Quali saranno i criteri di valutazione del prezzo e del piano di rilancio che verranno utilizzati per scegliere a chi vendere Alitalia? Noi crediamo che debbano andare al di là dei consueti criteri di valutazione finanziaria. Proponiamo due spunti che indichino questo andare oltre dove dovrebbe spingersi.
Innanzitutto occorre che la valutazione del patrimonio non sia fatta solo sui beni tangibili, ma anche sugli “Asset sociali”. Preferiamo parlare di asset sociali, invece che di asset intangibili perché trattiamo di beni relazionali, che si moltiplicano attraverso la condivisione. Facciamo degli esempi: dal patrimonio di competenze allo stakeholder network di cui dispone Alitalia.
Poi occorre che la valutazione dei piani di sviluppo abbia come riferimento non solo lo shareholder value, ma il più generale stakeholder value. Diciamo questo non solo perché Alitalia è di proprietà della collettività e la collettività non può non avere a cuore lo stakeholder value, che misura proprio il beneficio complessivo che l’impresa genera alla comunità stessa. Ma anche perché, se non stiamo parlando di un’impresa che produce beni di consumo banali, per i quali esiste un certo livello di conflitto tra shareholder e stakeholder value, è solo aumentando lo stakeholder value che si aumenta lo shareholder value.
Perché sia possibile adottare questi (ed altri) nuovi criteri di valutazione che possano valorizzare ed aumentare non solo il patrimonio tangibile, ma anche quello sociale di Alitalia, è necessario che vengano utilizzati non solo advisor finanziari, ma anche avdisor sociali, capaci di valutare beni sociali attuali e stakeholder value prodotto nel futuro.