Inizia con questo piccolo articolo la rubrica "i mille volti dell'organizzazione", uno spazio dedicato alla costruzione di un punto di vista da cui osservare la nostra vita quotidiana in relazione alle teorie del caos, della complessità, etc.
Questa riflessione si rende necessaria alla luce del fatto che esiste un substrato inconscio collettivo che vive di organizzazione a livello, potremmo dire, non cosciente. In parole semplici: noi tutti viviamo queste grandi teorie sulla nostra pelle senza accorgercene, senza averne conoscenza. La cosa è abbastanza grave perchè il credere una cosa e viverne un'altra è un'esperienza che genera una separazione interna la quale porta, come minimo, un malessere esistenziale.
Le teorie di cui parliamo avrebbero, in potenza, la capacità di generare un'evoluzione a livello sociale pari a quella che si ebbe con l'illuminismo francese (violenza esclusa), perchè indicano con estrema semplicità le vie da seguire per costruire un futuro possibile e forse, permettemi, necessario.
Abbiamo dunque un testo che però manca del giusto contesto in cui innestarsi per dare frutti. Di qui l'esigenza di generare una cultura ed un linguaggio che permetta, a tutti, di comunicare ed interpretare eventi non leggibili utilizzando altre chiavi di lettura.
E' possibile dimostrare che la complessità di queste tesi corrisponde alla semplicità della nostra vita?
Noi ci proveremo, parlando ogni settimana di un argomento semplice che trova il suo riflesso nella complessità delle teorie di cui Complexlab si occupa con passione.
Vi aspetto.