Perché il dialogo con gli stakeholders sia fecondo occorre tener conto di alcuni principi fondamentali.
Gli stakeholders sono attori sociali che hanno come primo obiettivo quello di realizzare la loro identità. Affermarsi come gruppo sociale riconosciuto.
In una società complessa non vi sono solo stakeholders istituzionali (i sindacati, le associazioni dei consumatori, le associazioni ambientaliste, le istituzioni locali), ma si assiste all’apparire di stakeholders “spontanei” in modi imprevisti ed imprevedibili.
I temi che mobilitano gli attori sociali sono “sistemicamente” occasioni per affermare la loro identità.
Gli stakeholders si interessano ad imprese note e riconosciute.
Questo significa che se una impresa ha deciso di accrescere la propria notorietà evidenziando la sua natura sociale, deve avviare immediatamente una chiara strategia di stakeholder engagement (strategia di relazione con gli stakeholders) perché deve attendersi un aumento dell’interesse degli attori sociali nei suoi confronti.
Ogni strategia di relazione con gli attori sociali di tipo direttivo genera conflitto. Infatti se una impresa elabora un progetto (la costruzione di una infrastruttura in un territorio ad esempio) anche di elevata qualità tecnica sociale ed ambientale rischia di scatenare conflitti proprio a causa della direttività della proposta. Di fronte ad una proposta definita e completa il bisogno di autorealizzazione può venire soddisfatto solo attraverso la negazione della proposta stessa. Negli stakeholders spontanei la strategia del conflitto rischia di essere una grande tentazione perché in genere mancano delle informazioni e degli strumenti concettuali per passare dalla protesta alla proposta.
La strategia adatta per raccogliere il consenso degli stakeholders è una strategia di coinvolgimento progettuale.
Una strategia che coinvolga gli stakeholders nella definizione dei progetti, invece che chiederne solo quella approvazione che, se data, sarebbe come una rinuncia all’obiettivo dell’autorealizzazione.
Una strategia progettuale attiva con gli stakeholders uno scambio che naturalmente genera consenso. Si concede agli stakeholders potere sulla organizzazione perché li si chiama a partecipare al Governo dell’impresa. Essi rispondono conferendo la loro dote di consenso al progetto che hanno partecipato ad immaginare.