INDICE:
A cosa serve la meditazione?
Meditare = Dormire, Sognare... lucidamente!
Sintesi: Meditazione è Me-Edit-Azione
I problemi tipici della meditazione
L'approccio scientifico alla meditazione
Esperienze interessanti da parte di altre Persone
Indicazioni per il Punto A ---> Medit-Azione Agile
a cosa serve la meditazione?
- evitare di correre correre correre, per poi ritrovarsi a... correre nella direzione sbagliata. Qual è il vero senso del mio cammino, non impostomi da altri, da ruoli o da memi? Quali realistici e realizzabili gradi di libertà ha il mio cammino?
- far emergere idee, soluzioni a problemi (anche complessi), pensieri costruttivi e creatività. Quali errori e sprechi nell'affrontare quotidiane attività senza tali nutrimenti? Io interrompo e riprendo, anche più volte, la mia Medit-Azione per registrare e/o attuare intuizioni: è parte integrante del mio agire quotidiano, come lavare le mani, mangiare, connettermi ad Altri, camminare....
- sentirsi in equilibrio tra varie emozioni ed espressioni naturali: gioia, rabbia, serenità, paura, pace, ribellione, collaborazione, competizione, affinità, distacco... Non credo che nessuna di queste meriti di venire demonizzata oppure santificata, mentre... W il loro mix (con ottimali Strategie Miste)!
- rafforzare una resilienza incorporata, una capacità di rimanere in cammino - malgrado i problemi e gli ostacoli. E, da qui, procedere con i passi ottimali verso l’Autostima e la Felicità Sostenibile [2];
- attivare azioni e connessioni coerenti, efficaci, tempestive e cariche di energici moventi per i miei obiettivi, per i miei sogni creatori [3];
- ridurre il rumore mentale causato da eccessive informazioni, distrazioni e, soprattutto, memi ("virus mentali") che mi impediscono serene e razionali decisioni. I memi, in particolare, mi pilotano con ansie e paure verso decisioni utili a Qualcuno - non certamente a me!
- soprattutto, realizzare una efficace attrazione di azioni e connessioni ottimali per me, sulla base di priorità da ordinare, focalizzare, “recitare” durante la Medit-Azione Agile.
Meditare = Dormire, Sognare... lucidamente!
A cosa serve dormire - attività che richiede un terzo del nostro tempo?
A che serve sognare - attività molto diversificata tra le Persone, tra Donne e Uomini, tra le fasi della Vita?
La selezione naturale ha imposto tali attività per una utilità che è tuttora oggetto di indagine, con ipotesi sempre più interessanti ma ancora non definitive. Si ritiene che dormire serva alla salute cognitiva: pulire, potare, scaricare tante informazioni accumulate, spesso inconsapevolmente, non più utili e persino dannose se vanno a intasare le risorse cerebrali. Esiste plausibilmente anche un’attività costruttiva di riordino, catalogazione e presa di coscienza di certe informazioni. I sogni onirici hanno il compito di portare alla Coscienza tali informazioni da buttare via e che possono essere mie personali, memorizzate in varie fasi della Vita, ma anche altrui, assorbite memeticamente dalle mie Connessioni con Altri. Informazioni che prendono la forma di narrazioni con trame discontinue a causa della natura associativa della nostra memoria cerebrale. Lo "spazzino cerebrale", infatti, procede attraverso aree mnemoniche meno utilizzate, candidate al cestino, e trova sequenze di informazioni neuralmente "vicine" in base a criteri associativo-semantici e non necessariamente cronologici o logici. Queste sequenze di informazioni associate “a tratti” vengono portate alla Coscienza nella forma ad essa più consona, in forma di narrazioni, per un vaglio decisivo prima di cestinarle o mantenerle sulla base di una semplice reazione emozionale: mi emozionano o no? L'Emozione è il rasoio che recide masse di informazioni inutilmente memorizzate da altre ancora utili o interessanti.
E la meditazione cosa c'entra con tutto ciò? C'entra eccome, poiché con la vera meditazione, che non sia solo la meditazione di moda per rilassarsi, si attua un processo intenzionale e focalizzato, anziché casuale e dispersivo come nel sonno e nei sogni, di emersione di pensieri, di idee, di intuizioni e, quindi, di soluzioni ai problemi che viviamo nella quotidianità. Questa emersione di creatività risolutiva è s-catenata da una migliore connessione, intenzionale e focalizzata, tra psiche e soma, tra pensieri e azioni, come anticipato sopra e come spiegato nei paragrafi a seguire con il Punto A.
Per chi conosca già la tematica, molto intrigante, dei Sogni Lucidi, evidenzio un aspetto importante della vera mediazione, ossia di essere una forma peculiare di sogno lucido decisamente e scientificamente più intenzionale e focalizzata rispetto all'attività onirica, e pertanto molto più efficace ed efficiente per la produzione di idee, intuizioni, creatività necessarie alle soluzioni che richiediamo quotidianamente per i nostri problemi.
A questo si aggiunge l'efficacia terapeutica del sonno e dei sogni, sfruttata da molte pratiche millenarie in modo empirico e pre-scientifico (Yoga, Sat Nam Rasayan, BioEnergetica e tante altre che, invece, non ho sperimentato personalmente). La Medit-Azione del Punto A rende più replicabile ed efficace tali pratiche, senza ricorrere al sonno notturno, con sostenibili e pratiche Connessioni al Punto A in qualsiasi momento o luogo della Quotidianità per problemi di (alcuni, pochi esempi tra quelli da me personalmente vissuti e curati con la Medit-Azione Agile): insonnia, pensieri ossessivi, eccessiva distrazione con conseguenti errori, pensieri suicidi, calo di creatività, riduzione di Coincidenze-non-Casuali o Sorprese dalla Realtà...
Sintesi: Meditazione è Me-Edit-Azione
La sintesi di quanto accennato fin qui è in una articolazione di “meditazione” in: “Me-Edit-Azione”, ossia:
- Me: realizzare una persistente centratura, ossia una pulita e funzionale Connessione IN (vedi come, sotto), con cònsoni Cambiamenti di me stesso, anzitutto: sono con!
- Edit: editare, scrivere, modificare… le mie “procedure” interne, arrivando anche a “ricablare” i circuiti neurali e ormonali che mi condizionando, mi determinano;
- Azione: spontaneamente e liberamente agire nel mondo esterno (OUT) essendo cònsono alla mia natura vera (ri)trovata da una pulita e funzionale Connessione interna (IN). Diventare più autonomo nel mio agire e meno “automa”. Essere in Cammino nel Senso mio, e non altrui. Facilitare Cambiamenti nel Mondo, essenso assolutamente cònsono al Cambiamento attuato in me stesso.
I problemi tipici della meditazione sono:
- viene spesso richiesto di non pensare, di bloccare il pensiero; proprio per aiutare tale "assopimento" mentale, ci si sforza di concentrarsi sulla respirazione, su dettagli del corpo e su aspetti dell'ambiente. Risultato (per molti, non per tutti): noia, ansia, sensazione di perdita di tempo. Giusto.
- viene spesso richiesta una disciplina che, in termini di tempi, luoghi e silenzi, si concilia poco con la nostra vita. Risultato (per molti, non per tutti): si pratica finché c'è l'impegno (economico o morale) di partecipare a sessioni comuni e/o con "maestri", rendendo ardua la pratica autonoma con tempi e luoghi più fruibili.
L'approccio scientifico alla meditazione
richiede la verificabilità (Principio Primo della Scienza), "misurandone" alcuni aspetti quali:
- at-tirare sorprese (l'essenza dei fenomeni complessi, vivi, nelle varie forme di: sincronicità, coincidenze non casuali, serendipity, kairòs, "miracoli"... ). Quante, quali, quando e come emergono sorprese at-tirate dalla realtà?
- "scoprirsi" diversi, cambiati, ossia: notare, in specifiche e abituali attività, una diversa, migliorata capacità (creatività, lucidità, prontezza di parola / pensiero, presenza attenta, pace mentale e/o emozionale...);
- provare piacere: se non si prova alcuna forma di piacere dopo le prime 6 meditazioni, lasciare perdere.

Evidenze:
oltre alle mie evidenze negli ultimi anni, presento qui alcune esperienze interessanti da parte di altre Persone [mie precisazioni in parentesi quadre]
3) Donna, Over50:
- dopo 2gg di pratica, prima di colazione per 10', le emerge una "visione" mai capitata prima: un "tunnel" che percorreva con estrema serenità, curiosità e percezione di viaggiare velocemente scendendo sempre più in basso fino a intravedere, confusamente in fondo al tunnel, un volto, forse di un uomo; poi veniva “risucchiata“ così da ripercorrere il viaggio a ritroso. La visione si ripete dopo alcuni giorni: percezione di viaggiare velocemente lungo un corridoio di un appartamento (intravede confusamente elementi di arredamento) caratterizzato da molte curve e svolte che percorre senza timore ma, anzi, con la curiosità di capire dove andrà a finire. Improvviso arresto e “rientro” all’indietro. La "visione" di una sorta di "passaggio" si ripete ancora in altre forme (galleria rocciosa ecc..).
- dopo una settimana, prima di colazione per 10', emerge un pianto di gioia nel percepire intensamente, a livello fisico e mentale, la realizzazione (prossima?) di uno dei 3 obiettivi che focalizza durante la meditazione [un aspetto importante della Medit-Azione Agile]. Sensazione di felicità e sollievo per aver finalmente realizzato l’obiettivo. [rimane però importante la realizzazione, e non la percezione di realizzazione].
Medit-Azione Agile
b) i riscontri esperiti (per es. visioni, percezione di realizzazione, sogni vividi e memorizzati, sbadigli, brividi ecc ecc..) non sono, ovviamente, lo scopo della meditazione ma sono solo dei segnali oggettivi di aver raggiunto / "massaggiato" / "acceso" tale Punto A. E' come se fossero, metaforicamente, i "tic" di un interruttore che dovrà efficacemente accendere luci, attivare funzionalità, avviare motori... - i veri obiettivi (metaforici) dell'individuare il Punto A;
c) il luogo è assolutamente indifferente, sia in termini di spazi, di comodità, di silenziosità, poiché - come detto - questa meditazione non richiede tempi, discipline e metodologie che presuppongano tali elementi ambientali; anzi, la pratica è possibile in qualsiasi luogo, momento, movimento (camminando, cucinando, facendo la cyclette, curando piante, lavorando in ufficio....);
L'Obiettivo della Medit-Azione Agile è di rendere più fruibile, ripetibile, verificabile e consapevole i benefici di una migliore Connessione IN (interna, cervello-corpo), anzitutto, per poter meglio procedere, successivamente, a efficaci Connessioni OUT (esterne, con gli Altri, con l'Ambiente - tutto). E così, rendere più scientifico (BioFisico), quanto perseguito empiricamente da millenni con svariate pratiche, quali: meditazioni, preghiere, danze, yoga, creazioni artistiche, auto-ipnosi, sesso, cura delle piante, cucinare, camminare ecc...
Indicazioni per il Punto A
Vi chiedo la gentilezza di provare, mentre svolgete le vostre abituali attività, a portare la concentrazione dal Terzo Occhio (punto sulla fronte tra le sopracciglia) verso l'interno della fronte, e quindi nel cervello. Provate poi a portare tale Punto di Concentrazione sempre più all'interno del cervello fino a percepire qualcosa di unico, mai provato prima. Tutto qui.
- focalizzazione di specifici problemi da affrontare;
- recitazone (come in preghiera) di cambiamenti personali perseguiti;
- concentrazione su elementi corporei o psichici sofferenti;
- connessione a obiettivi con i quali sentirsi "coincidente", con-sono... Insomma: viverli.
Vi sarò estremamente grato se vorrete segnalarmi tali percepzioni ed esperienze in termini di:
- reazioni fisiche specifiche e ripetute (per esempio: sbadigli molto profondi e ripetuti, brividi intensi e piacevoli nella schiena, o altro...);
- umore (per esempio: immediata pace, serenità, "centratura" o altro...);
- pensieri costruttivi, soprattutto se inerenti a soluzioni di problemi pendenti;
- intuizioni "fuori dagli schemi" che si dimostrano validi ("Effetto Ramanujan");
- addormentamento rapido, soprattutto in caso di risvegli notturni;
- immediato abbassamento del livello di stress, misurabile per chi utilizzasse "Misuratori di Stress" (per es.: una delle funzioni nell'app Samsung Health).
Punto A - Approfondimento
La qualità di tale connessione tra Psiche e Soma può dipendere da tanti fattori che, come per un interruttore elettrico (perdonatemi l'analogia non-dimostrativa ma utile...), possono corrispondere a varie forme di ossidazione, di sfilacciamento delle micro-connessioni e/o di altro capace di rendere poco efficace e poco efficiente tale "interruttore". Sempre rimanendo nell'ambito dell'analogia elettrica (che non ha alcun valore scientifico), ciò può risultare in trasmissioni di segnali distorti, amplificati o bloccati, in un surriscaldamento della giunzione con dispendio di energia eccessiva per ottenere l'effetto atteso.
Tale Punto A potrebbe rappresentare (da dimostrare...) l'elemento primario ed essenziale di efficaci ed efficienti Connessioni IN (interne) sia verticalmente (tra cervello e corpo) sia orizzontalmente (tra emisfero sinistro e destro del cervello, oltre al corpo calloso che li connette fisicamente).
Sarebbe molto interessante se anche tu provassi nuove esperienze ripetibili, utilizzando il Punto A della Medit-Azione Agile, con verificabili benefici.
Grazie per la Connessione
Nicola Antonucci
NOTE:
[1] Incontri "Satsang Laici" e "Kairòs - per (ri)annodare Connessioni" – fisici a casa mia, pubblici o via skype (prenotabili scrivendo a: nicola.antonucci@complexlab.it).
[2] Felicità sostenibile e felicità puntuale: la felicità è un termine troppo astratto e complesso per non creare confusione e fraintendimenti, anche dolorosi. Ho distinto, nel mio libro “Teoria e Pratica nella Felicità Sostenibile” (scaricabile gratuitamente), la felicità sostenibile da quella, tradizionale e controproducente, puntuale. La felicità puntuale è lo stato di gioia derivata dal raggiungimento di un obiettivo e dal suo godimento; è caratterizzato da un picco di specifiche scariche ormonali e di neurotrasmettitori che ingenerano il bisogno di replicarle, con conseguente sia dipendenza sia assuefazione con l’esigenza di dosi sempre più intense e/o frequenti. Risultato: insoddisfazione strutturale e, alla lunga, infelicità. La felicità sostenibile, invece, la si misura negli stati di infelicità, di “caduta” ed è il movente che ci rimette in cammino. L’innesco di tale movente è dato dall’avere un orizzonte che ci attiri con un importante, impegnativo e sfidante obiettivo – meglio ancora se ad attirarci è un orizzonte di Sogno Creatore [vedi nota 3].
[3] Sogni creatori (da non confondere con i sogni onirici!): nello stesso libro, ho classificato le varie forme di nostre proiezioni future: progetti, obiettivi, visioni, sogni creatori, utopie. Gli “zuccheri” del nostro Cammino esistenziale, per dargli una iniziale energia, sono rappresentati dai progetti. I “carboidrati” per nutrire con una maggiore persistenza tale Cammino sono forniti dagli obiettivi. Le “proteine” per strutturare un Cammino di lungo periodo, esistenziale sono fornite solo dalle visioni di lungo periodo e dai sogni creatori (“I have a Dream” – M.L.King). Nello stesso libro sono forniti anche i criteri per stimolarli, applicarli e “misurarli”.