Una tra le multinazionali della consulenza ha pubblicato nei giorni scorsi un annuncio di ricerca del personale su quello che è attualmente il maggior portale di e-recrutiment.
Credo valga la pena di riprenderne alcuni tratti per esaminarne i contenuti.
Titolo dell’annuncio: SENIOR CONSULTANT MARKETING STRATEGY
Profilo della figura ricercata: 2-4 anni di esperienza in progetti di business strategy (definizione di strategie a livello business unit, business modeling e business planning) e progetti di marketing strategico (segmentazione, posizionamento, analisi opzioni strategiche) e operativo.
A tutti i candidati, di età compresa tra i 26 e 31 anni, laureati preferibilmente in discipline economiche/tecniche e con un’ottima conoscenza dell’inglese, si richiede di aver maturato una significativa e concreta esperienza presso altre società di consulenza.
Il tutto condito con il solito complemento di doti da superman.
Che queste strutture abbiano una ristrettissima cerchia di consulenti dotati di effettivo expertise mentre il grosso della struttura è costituito [con tutta la simpatia] da "aitanti giovani” è elemento risaputo da chi opera nella consulenza.
Altrettanto risaputo è il fatto che normalmente vengono inviati nelle aziende a gruppi e che questa sia la maggior sorgente di profitto per questa tipologia di strutture consulenziali alla quale si contrappongono, in termini di posizionamento, le "boutiques della consulenza”.
Nonostante quanto riportato sinteticamente sia noto, sono assolutamente sconcertato da questo annuncio.
Mi inorridisce leggere che un giovane sotto i 31 anni venga considerato senior.
Mi sconcerta che possa aver maturato una significativa e concreta esperienza presso altre società di consulenza sia perché non credo che l’arco temporale definito [2 – 4 anni] possa essere considerato significativo sia perché ritengo che per fornire una consulenza qualificata l’aver maturato esperienze aziendali precedentemente [meglio se in aziende organizzate e"modernamente strutturate"] debba essere un must per svolgere questo lavoro.
Mi terrorizza dovermi recare, successivamente al loro passaggio, nelle aziende che hanno usufruito di questi servizi poichè sarò certamente costretto a investire tempo e risorse per rimuovere i pregiudizi verso i consulenti prima di poter, eventualmente, dimostrare l'utilità dei miei; è noto che la cattiva concorrenza crea maggiori danni.
Disquisivo proprio pochi giorni fa con amici a pranzo di come non ami definirmi consulente ma privilegi il termine consultore perché meno inflazionato ed abusato.
Solidarizzo con i consulenti dell’igiene domestica, immobiliari e finanziari ai quale va tutta la mia simpatia, solidarizzo, altrettanto, con chi sta costruendo [sempre più faticosamente oggigiorno] la sua esperienza ma credo che sia davvero arrivato il momento di costruire dei bilanci delle competenze più seri di questo per offrire alle aziende una definizione univoca, che vada oltre i lampi di genio, delle professionalità richieste per fare questo splendido mestiere.