Felicità… un treno mai in orario
Desiderio, Amore, Senso...
che si chiami Sogno o in altro modo poco importa.
Ogni coscienza sa di cosa parlo,
come si riconosce il suono del silenzio quando giacciono i rumori,
come si riconosce l'energia della luce dopo l'ottundimento notturno,
come si riconosce la purezza di un amore in mezzo alle troppe fotocopie.
Che si chiami Felicità o in altro modo, poco importa.
Solo a pronunciarne il nome si ha paura di In-felicitarla,
di sentirla scivolare fuori dall'anima,
di vederla spiccare il volo e temere che possa trovare nidi più ospitali.
C'è un merito?
Indefinibile e incorporea, riempie smisuratamente la vuotezza dell'anima.
A poco serve cercare di contenerla, tantomeno di trattenerla,
ancor meno di sollecitarle un ritorno.
Raramente si insinua nel portafoglio,
né desiderarla fortemente è garanzia di possesso.
Appartiene a un altro Regno e non è di nessuno,
le sue forme dilatano ogni nostro poro
e, gocciolando lacrime d'acqua per l'assetato d'amore,
soffiano nuvole d'aria fresca sulla pelle di chi arde ancora.
È poco rispettosa, non conosce puntualità.
Costantemente in ritardo, non c'è tempo né orario che scandisca il suo passaggio.
Un trenino che potrebbe improvvisamente sfrecciare sui binari
da prendere al volo...
senza tempo né bagaglio per meditare una fuga o uno stallo,
o solo un fischio dietro il quale potrebbe mai giungere alcun treno,
per quanto atteso nelle attese della vita.
Quanti ne scrivono, ne parlano, ne auspicano la realizzazione
poiché solo a parlarne pregustiamo dolci sapori, grandi ispirazioni.
Sogno di Felicità la linfa che nutre l'attesa
sia esso Fortuna, sia esso Amore
sia esso semplicemente Gioia, Emozione .
Tutti noi riconosciamo la polvere di stelle
che innaffia quando arriva il nostro Senso,
l'estasi in cui precipitiamo quando passa
disseminando pagliuzze dorate a chi lì si trova.
Per noi tutti sapere che Lei possa un giorno accorgersi di noi
consola le giornate di vita terrena, forse lei pure un'attesa.
Il mondo, tutto, la desidera,
come un'amante che avvolge e mai sazia,
con un appetito crescente se per il troppo digiuno se ne è perso il sapore
con il senso dell'ingiustizia per chi riesce a tenerla per mano un tempo infinito
con l'ostinazione di non voler accettare che per molti
nessun treno mai passò né mai passerà.