bollino ceralaccato

IL MODELLO MANAGEMENT BY MAGIC: Intersezioni tra illusionismo e complessità per sviluppare Creatività, Innovazione, Leadership e Management

Lo sappiamo benissimo: la soglia del caos è la “dimensione” delle possibilità, delle opportunità; è l’unica ‘zona’ in cui fioriscono e si alimentano “vita”, “evoluzione”. Indubbiamente è anche una zona ad alto rischio, ma è l’unica vitale.

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Lo sappiamo benissimo: la soglia del caos è la “dimensione” delle possibilità, delle opportunità; è l’unica ‘zona’  in cui fioriscono e si alimentano “vita”, “evoluzione”. Indubbiamente è anche una zona ad alto rischio, ma è l’unica vitale.

E’ in questa dimensione che la complessità esprime tutte le sue potenzialità.

E’ la dimensione in cui ogni sistema dovrebbe tendere e collocarsi.

Le Organizzazioni non sfuggono a questa necessità, tutt’altro. Tanto più oggi, in contesti in continua evoluzione. Perché non è sufficiente gestire il cambiamento (come invece ancora molti si ostinano a professare, anche nell’ambito di affermati – a parole – seminari e convegni), occorre invece guidarlo, esserne attori in prima persona. La differenza è sostanziale, non solo terminologica. Ecco Drucker: “Tutte queste chiacchiere sull’adattabilità al cambiamento non solo sono stupide, ma dannose. L’unico modo per gestire il cambiamento è crearlo in prima persona”.

Guidare il cambiamento anziché gestirlo richiede un diverso set di conoscenze e approcci, un diverso set in cui proprio la teoria della complessità può fare la differenza. Vediamo come.

Lo si è appena ricordato: la ricerca della soglia del caos dovrebbe essere una tensione costante sia per gli individui sia per le Organizzazioni.

Ma quali sono i fattori che favoriscono il collocarsi su questa Soglia? Indubbiamente sono innumerevoli.

In questo articolo se ne toccherà uno, in particolare: la forza delle contaminazioni. Saranno un cammino e una scoperta affascinanti!

La soglia del caos può innalzare esponenzialmente la sua forza generatrice e vitale, moltiplicando il suo impatto, se si passa dalla soglia del caos di un singolo sistema alla intersezione di soglie del caos di campi diversi: è quello che nel Modello “Management by Magic” prende il nome di Magic Point: più campi/sistemi, ciascuno con la sua soglia del caos, che entrano in intersezione proprio sulle rispettive soglie!: così nasce il Magic Point!

Impostare la propria vita e quella delle Organizzazioni in questa dimensione (il Magic Point) dovrebbe essere l’obiettivo di chiunque! Approfondiamo.

Il Magic Point

    Il Magic Point è una zona di intersezione di campi diversi, intersezioni:

    1. non tra le parti statiche del sistema: contaminazioni queste non in grado di fornire alcun reale valore aggiunto, ma solo curiosità e poco più, intersezioni che al più concedono accostamenti tecnici, operativi o terminologici
    2. non tra quelle caotiche
    3. bensì intersezioni di campi diversi sulle loro rispettive soglie: il Magic Point!

    In questa Dimensione:

    • tutti i campi hanno caratteri di fondo comuni

    • tutti i campi si esprimono al meglio

    • è possibile un autentico accrescimento di ciascuno dei campi che entra in contatto, nella logica della bi-contaminazione!

    grafic3.png

    Nel Magic Point non c’è spazio per accostamenti banali tra campi diversi (che non generano alcun vero e reciproco accrescimento), nel Magic Point non c’è spazio per contaminazioni superficiali (in realtà, false contaminazioni).

    Nel Magic Point si può generare un valore unico, dalla forza, dalle potenzialità e dalla portata ineguagliabili.

    Il Modello Management by Magic insegna a vivere queste intersezioni, insegna alle persone ed alle Organizzazioni a posizionarsi sul Magic Point. E’ un Modello che fornisce sia i presupposti teorici di riferimento sia gli strumenti, le tecniche, gli approcci.

    Immaginate ad esempio la forza di contaminazioni sull’intersezione di soglie del caos di campi quali la letteratura, la musica, gli scacchi, il management, la pittura, ecc.

    Ma ogni Organizzazione, ogni persona, può sviluppare la propria rete di intersezioni: perché ciò che è veramente importante è sapere come poter realizzare ciò.

    Ribadiamolo: ciò che ci interessa non sono intersezioni qualunque, ma intersezione di e su soglie del caos di campi diversi.

    In particolare, tra tutte le intersezioni e metafore possibili relativamente alla complessità e alle Organizzazioni, ce ne è una dalla forza unica: quella con l’illusionismo.

    Scopriamone insieme i motivi:

    Illusionismo e management: un intersezione nella complessità, sul Magic Point

    L’illusionismo si trova in un particolare “stato” rispetto ai temi della complessità: esso è infatti uno dei campi che meglio riescono a rappresentare l’essenza dei sistemi complessi (e, quindi, della complessità).

    Per tale ragione, porre in intersezione l’illusionismo con il management può aprire la porta verso una nuova e illuminante Conoscenza.

    Ma iniziamo comprendendo le ragioni di questa forza rappresentativa dell’illusionismo rispetto alla complessità.

    L’arte magica (come del resto il management) trova la sua essenza più profonda nella Dimensione “soglia del caos”, una Dimensione che non è né “Ordine” né “Caos”.

    Consideriamo infatti questi due “stati” contrapposti:

    (estratto dal Volume Management by Magic):

    • Da un canto c'è la realtà oggettiva delle cose, … quella che percepiamo con i nostri cinque sensi e sulla quale ciascuno di noi agisce giornalmente con le azioni, consapevole degli effetti che ne deriveranno (se pur in una diversa gradazione di incertezza); [….]
      Traducendo tutto ciò nel mondo dello spettacolo, possiamo pensare alla giocoleria, alle esibizioni dei giocolieri, degli acrobati: se pur sorprendenti, queste conservano intatta – ai nostri occhi – tutta la robustezza della logica e del reale: si apprezza l'abilità di questi esecutori, il fascino della loro esibizione, ma non si sfonda, non si varca la porta del magico, dell'inatteso, dello stravolgimento della realtà, non si perviene allo stato di “sospensione della realtà”.
      […]

    • All'altro estremo c'è la pura fantasia, il 'fantasy', dove tutto è non solo possibile, ma assolutamente imprevedibile.
      Prendiamo ad esempio un cartone animato di Tom e Jerry o di Gatto Silvestro, o le avventure di Harry Potter; è possibile in qualche modo prevedere quale sarà l'effetto, sulla corsa di Tom, di quell'asse spezzato o cosa accadrà quando il barattolo di colla finirà sulla testa di Gatto Silvestro?
      [ …]
      Lo stato d'animo che genera questo tipo di spettacoli è essenzialmente costituito dal divertimento, dalla spensieratezza, ma anche qui non c'è alcun senso del magico e della meraviglia, non c'è “magia”.

    Sono dunque due estremi: la 'realtà reale' (la giocoleria) e la pura fantasia.

    E come in tutte le situazioni in cui ci sono due estremi, due piatti di una bilancia, esiste un punto in cui questi si trovano sospesi, in equilibrio, esiste un punto di fulcro.

    Nello specifico caso,[…] il punto ideale tra giocoleria e fantasy è rappresentato dall'arte illusionistica.

    […]

    L'illusionismo è – se vogliamo – una soglia tra l' “ordine” ed il “caos”. Solo in quella soglia si scatenano particolari emozioni: quelle dell'incanto, della meraviglia, del senso del magico. Sensazioni che non vengono generate in altri punti se non in quello.

    E' però una soglia sottilissima, un punto in cui la mente suggerisce cosa ci si dovrebbe logicamente aspettare e, contemporaneamente, viene sollecitata dal rovesciamento della realtà, un rovesciamento 'reale', vissuto, impossibile eppure realizzato: si tratta di uno stato d'animo che non si vive né sul lato “giocoleria” né sul lato “fantasy”; è uno stato tipico solo dell'illusionismo.
    Di più: l’illusionismo, a differenza delle altre due dimensioni (giocoleria e fantasy), impersona il mondo delle “possibilità” (stravolgimenti della realtà, decisi cambi di rotta rispetto all’ordinato fluire delle cose, eppure possibili, toccabili con mano), non quello della prevedibilità (assimilabile alla “dimensione giocoleria”) né quello del caos (assimilabile alla “dimensione fantasy”): un’altra tangibile prova della collocazione dell’arte magica sulla “dimensione soglia del caos”bilancia.png

    L'essenza del successo di uno spettacolo di prestidigitazione è tutta lì: se ci si allontana – anche solo di pochissimo – da quella soglia, inevitabilmente il peso della bilancia si sposterà verso uno dei due estremi, facendo perdere di ogni “forza” lo spettacolo.

    E questa, è esattamente la stessa condizione vissuta nella gestione del “sistema – azienda”!

    Come sappiamo dalle logiche di fondo dei sistemi complessi:

    • Quel punto, quella “soglia”, è una zona non di “prevedibilità” (tipica dei sistemi complicati, delle parti statiche dei sistemi) ma di “possibilità

    • In quella zona, tutti i sistemi si “assomigliano”, nel senso che sono caratterizzati da elementi di fondo comuni.

    Ed allora, se tutto ciò è vero, studiare management e illusionismo in intersezione sulle rispettive soglie del caos può avere una valenza unica, impossibile con altre contaminazioni!

    Il Modello Management by Magic

    Nel Management by Magic l’intersezione Management-Illusionismo costituisce un autentico fattore “propulsivo”.

    Si tratta di una “contaminazione” dalla forza unica, non facilmente riscontrabile in altre tipologie di intersezioni, infatti:

    • avviene all’intersezione delle rispettive soglie del caos (“magic point”)
    • è a due vie (“bi-contaminazione”) e, quindi, con ricadute positive su entrambi i campi che entrano in contatto (management e illusionismo).

    Da questa intersezione ne è derivato un Modello che tocca tutte le fondamentali leve di guida di un’Organizzazione, dal massimo livello di astrazione (creatività e innovazione) fino al massimo livello di concretezza (struttura organizzativa).

    Il Modello si dispiega così su quattro livelli:

    • Creatività e innovazione
    • Strategie da “magic point”
    • Leadership
    • Struttura Organizzativa.

    Proviamo a sfiorare, in un rapidissimo sorvolo, alcuni aspetti di questi quattro livelli:

    Creatività e Innovazione

    Cosa caratterizza un pensiero, una mente creativa? Come potenziare le capacità creative e come far si che queste si traducano in innovazione e, quindi, in valore?

    Su questi temi, l’intersezione con l’illusionismo può rivelarsi determinante.

    E’ noto, recenti studi lo confermano, che gli illusionisti sono tra i più abili problem solvers. Per questa ragione, spesso sono invitati in convegni, seminari e corsi a relazionare sulle loro capacità in tal senso.

    Ma è veramente questa l’essenza creativa dell’illusionista?

    La risposta è no. Così come non è vero che la creatività possa essere associata solamente al problem solving.

    C’è dell’altro, ed è decisivo in tema di creatività: si tratta del problem setting.

    L’illusionista è, innanzitutto e soprattutto, un problem setter! E questa è una buona notizia per la nostra ricerca verso la conoscenza della creatività: anche essa, infatti, poggia sulle capacità problem setting, ossia sul ridefinire in modo nuovo e inaspettato un problema, inventarlo letteralmente per poi risolverlo in modo creativo.

    Tutto ciò è supportato da altri cardini della creatività: pensiero divergente (contrapposto a quello convergente) basse barriere associative (contrapposte alle alte barriere associative), ecc.

    E’ per tali ragioni che lo studio dell’arte illusionistica può rivelarsi determinante.

    Il Modello Management by Magic, muovendo da queste solide basi, arriva a definire un set completo di strumenti, quali:

    • Logica della creatività “push” e della creatività “pull”

    • Le “Tredici carte del grande slam della creatività”:
      si tratta di uno degli studi probabilmente più completi rispetto ai fattori che favoriscono e guidano il processo creativo e ai connessi approcci, tecniche e metodi utili in tal senso. Approcci e tecniche che il Management by Magic presenta in tredici strumenti:

      • - Asso di cuori: Dalla platea … e altrove
      • - Due di cuori: Contaminarsi
      • - Tre di cuori: Vincoli creativi
      • - Quattro di cuori: “Tutto è pronto, se la mente è pronta”. E anche il cuore
      • - Cinque di cuori: Da “i 5 perché” a “i tre e se...?” - Stravolgere le prospettive
      • - Sei di cuori: When found make a note of
      • - Sette di cuori: Unicità
      • - Otto di cuori: K.i.s.s. - Keep it simple, stupid!
      • - Nove di cuori: Visione sistemica e focalizzazione
      • - Dieci di cuori: Mentoring e genio
      • - Jack di cuori: Le caratteristiche personali
      • - Donna di cuori: Ambiente
      • - Kappa di cuori: Passione
    • - “Dieci steps del percorso creativo”:
      • Primo: Conoscenza del campo
      • Secondo: Volo libero – cosa potremmo essere
      • Terzo: Sedimentazione creativa
      • Quarto: Two days Kaizen
      • Quinto: Sedimentazione operativa
      • Sesto: Cura dei dettagli
      • Settimo: Validazione
      • Ottavo: Back to Two and Four
      • Nono: buona la prima?
      • Decimo: Supportare il processo creativo
    • Ecc.

    Non bisogna però dimenticare che lo sbocco naturale e indispensabile della creatività deve essere l’innovazione e, quindi, il valore. Altrimenti si è solo perso tempo.
    Affinché ciò si realizzi, sono necessari altri presupposti, da considerare attentamente.

    Strategie

    Il primo livello del Management by Magic supporta nel consolidare gli approcci e la “predisposizione” creativa sia di individui che di Organizzazioni.

    Questo, deve condurre alla definizione di strategie profondamente innovative, in grado di spiazzare i competitors e aggirare la concorrenza.

    E’ quella che, in management, è nota come “Strategia Oceano Blu”: strategie per vincere senza competere, per evitare sterili, dispendiose e inefficaci competizioni sui prezzi in cui alla fine “tutti perdono”.
    La chiave, invece, dovrebbe essere quella di cambiare fronte di gioco, aprire nuovi campi, innovare spostandosi da competizioni “Oceano Rosso” a situazioni “Oceano Blu”.

    Si tratta di un Modello altamente evoluto, elaborato da W. Chan Kim e Renée Mauborgne

    Il modello Management by Magic lo illustra in modo accattivante, seguendo gli insegnamenti di un Maestro d’eccezione: Harry Houdini, il più famoso illusionista di tutti i tempi.

    Leadership by magic. Vision, Mission e ‘senso del magico’

    Il tema della leadership vanta innumerevoli trattazioni e studi, da ogni angolo o visuale.

    Ma, riflettiamo: chi più di un creativo, di un innovatore da “Oceano Blu”, deve confrontarsi con questo tema? Un innovatore di questo tipo avverte infatti nel profondo la difficoltà di creare condivisione verso la sua idea, di convincere e far scorgere agli altri la sua “visione”, il più delle volte non immediatamente intuibile dai più proprio per il suo carattere ‘dirompente’ rispetto al “comune vedere”.

    Da questo presupposto unico, il Management by Magic è così nella condizione ideale per arrivare a toccare e disvelare l’essenza profonda della leadership … ed è ciò che effettivamente ci ha donato.
    In particolare, il Management by Magic chiarisce esattamente la differenza tra le due Dimensioni:

    • Essere Leader
    • Fare il Leader.

    Si tratta di due Dimensioni spesso confuse, o trattate in modo pressoché identico.

    In realtà, se correttamente intese, esse possono inquadrare perfettamente i due pilastri essenziali della Leadership. E’ quello che il Modello Management by Magic fa.

    Spesso parlando di Leadership ci si riferisce a qualità quali: capacità di motivare, saper fare squadra, capacità di vision, di delega, ecc. Tutti attributi indubbiamente riscontrabili nei Leader e ai quali gran parte dei corsi sulla leadership guardano con interesse. Eppure …

    Eppure tutte queste qualità non servirebbero a nulla se mancasse un carattere fondamentale, un carattere che segna la differenza tra la Dimensione “Fare il Leader” e la Dimensione “Essere Leader”. In effetti, un Leader E’… (riprendendo la definizione presente nel Volume “Management by Magic”):

    un Leader è colui che fonde in un unico gesto pensiero e azione, vivendo con continuità nella intersezione di soglie del caos di campi diversi (“magic point”).

    Si tratta di una definizione illuminante, perché mostra chiaramente il legame tra complessità, creatività e leadership!

    Il Management by Magic svela tutto ciò in modo chiarissimo.

    Un leader, innanzitutto e soprattutto, è colui che fonde in un unico gesto pensiero e azione (Hillman), e lo fa vivendo l’intersezione di soglie del caos di campi diversi (Panetti).

    Solo dopo questa Dimensione (“Essere Leader”), rileva anche l’altra, quella più battuta dagli studi sulla leadership (“Fare il leader”: saper motivare, saper coordinare, fare squadra, ecc.).

    Come è chiaro, si tratta di due piani diversi, che non vanno assolutamente confusi, che necessitano di un set di approcci, visuali, tecniche e strumenti diversi.

    Ecco come Il Management by Magic rappresenta queste dimensioni (la spiegazione del grafico sottostante esula dagli obiettivi di questo articolo):

    ESSERE LEADERSILeader in torre d'avorio”Leadership by Magic”
    NO //////
    Leader di famiglia”


    NO SI


    FARE IL LEADER

     

    Il Modello Management by Magic entra in profondità in queste due ‘anime’ della Leadership svelandone e rivelandone il senso e il volume “Management by Magic”, in questo, costituisce una guida unica.

    Si tratta di un viaggio affascinante e illuminante:

    • Il musicista e compositore Giovanni Allevi sarà un accompagnatore unico alla scoperta delle due Dimensioni
    • Si scoprirà il significato profondo della sindrome “si figuri”
    • Si comprenderà la differente logica dei due momenti della leadership:
      “pensiero-azione”
      “azione-attuazione”
    • Si comprenderà il vero significato dei concetti di “vision” e “mission”, espressi nella loro forma di “vision as mission” (Normann), assimilabile in maniera sorprendente al “senso del magico” dell’illusionismo (dove “senso” è “mission” e “magico” è “vision”).
    • Ecc.

    Al termine di questo viaggio nella leadership si arriverà così a comprendere la sua essenza, sintetizzata da questa definizione (la quale trova ampio svolgimento sia teorico che pratico nel Modello):

    il Leader è colui che:

    1. fonde in un unico gesto pensiero e azione, vivendo con continuità nella intersezione di soglie del caos di campi diversi (“magic point”)
    2. realizza il passaggio dall'azione all'attuazione sulla base dei principi della leadership del punto critico.

    Struttura organizzativa

    Il quarto livello del Management by Magic è occupato dai fattori “hard” di un’Organizzazione, ossia dai modelli organizzativi vincenti.

    Anche in questo caso, l’intersezione con l’illusionismo si rivela illuminante.

    Del resto, questo è un campo molto vasto, per il quale in questo articolo non se ne possono fornire che cenni.

    Basti così considerare che nello costruzione di uno spettacolo illusionistico eccellente, fattori fondamentali sono:

    • Coerenza tra tutti gli elementi che compongono lo spettacolo (a partire dal considerare i ‘destinatari’ dello show e risalendo verso i vari fattori costituenti lo spettacolo).
    • Costante attenzione al “flusso” dell’intero spettacolo, che deve essere connotato dai seguenti due elementi:
    • Costruzione del “senso del magico” lungo l’intero flusso: il “senso del magico” è il “valore” di uno spettacolo di illusionismo e pertanto evidente è l’analogia con il concetto di “valore” per le Organizzazioni e in management
    • Strenua caccia agli “sprechi” lungo l’intero flusso dello spettacolo: “spreco” è qualsiasi movimento inutile, qualsiasi testo non necessario, qualsiasi tecnica ridondante, ogni “giustificazione” eccessiva, ecc.; anche in questo caso, evidente è l’analogia con il concetto di “spreco” in management, “muda” per utilizzare il termine giapponese del Lean Manufacturing.
    • La ricerca della “snellezza” (“less is more”), perfettamente sovrapponibile alla logica del Lean Thinking in management.
    • Ecc.

    Il complesso di questi fattori nella prestigiazione costituisce una chiave di lettura unica per comprendere i meccanismi virtuosi che dovrebbero informare l’Organizzazione eccellente. E così il Management by Magic scende a considerare approcci quali la Formula Imprenditoriale di Normann, la Teoria dei Vincoli di Goldratt, il Lean Thinking, ecc. da questa visuale particolare.

    Come detto, un simile approfondimento esula dagli obiettivi di questo articolo.

    Può però valer la pena citare uno dei contributi che questa intersezione illusionismo-management può dare nel quarto Livello del Modello; ci si riferisce in particolare all’approccio noto, in Management by Magic, come “Approccio E-A-D-N”; queste quattro lettere sono l’acronimo di:

    • Esercizio
    • Abitudine
    • Disinvoltura
    • Naturalezza.

    Esse rappresentano il ciclo virtuoso che ogni illusionista deve seguire per elevarsi ad Artista, per raggiungere l’Eccellenza (la sequenza così codificata si deve al valente prestigiatore italiano Vito Maggi, in arte Maxim, riportata nel suo volumetto “Eros”).

    Ebbene, si tratta di una sequenza che conserva tutta la forza anche per il management, ad esempio nella gestione dei collaboratori, nella loro valutazione e nel pianificare la loro crescita. Anche per essa, il Modello Management by Magic fornisce tutti gli approfondimenti necessari, sviluppando distintamente ciascuno dei quattro “momenti” per il management (e, come al solito, fornendo strumenti, tecniche e metodi).

    Un chiaro esempio dunque, l’ultimo proposto in questo articolo, di quale incommensurabile valore aggiunto può derivare da una intersezione di campi diversi (nello specifico caso: illusionismo e management) sulle rispettive soglie del caos, sul Magic Point.
    Rino Panetti

    Nicola :
    13/10/2011 08:56

    Prova

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    Rino Panetti

    Rino Panetti

    • Azienda: Management by Magic
    • Posizione: Owner. Facilitatore
    • Città: Rieti
    • Cell: 329.0534559
    • Sito: http://www.managementbymagic.it
    • Email:r.panetti@libero.it
    • Competenze:
      • Creatività & Innovazione
      • Leadership & Interpersonal Skills
      • Facilitazione di gruppi
      • Miglioramenti organizzativi, dei processi, delle performances
      • Sistemi di Gestione
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