INDICE:
Risposta con la Duhkha Theory
Nel cuore mi doleva
la spina di una passione;
un giorno la strappai via:
non sento più il mio cuore.
(da: Vado sognando sentieri)
- Antonio Machado
DISCLAIMER: in questo testo, non vengono trattati i grandi problemi e i drammi che possono abbattersi su individui e/o popoli, bensì esclusivamente i problemi limitati a livelli, anche intensi, di stress, di preoccupazione, di sofferenza e di rischio nella vita personale e lavorativa quotidiana. Insomma: problemi OK ma... quanto basta, senza esagerare.
Nei miei incontri “Satsang Laici” [1] e “Kairòs – (ri)annodare Connessioni”, ho raccolto le seguenti domande da Partecipanti che hanno pro-vocato meditazioni e analisi confluite nella risposta che segue:
- Perché non siamo felici pur avendo ciò che i nostri progenitori sognavano?
- Perché, talvolta, persone con gravi problemi dimostrano felicità?
- Perché la creazione artistica, i cambiamenti e i miglioramenti personali nascono più dalla sofferenza che dalla gioia?
- Perché i notiziari ci inondano di dolore e sofferenza anziché di gioia e felicità?
- Perché, addirittura, alcune Persone sembrano amare… “mettere il culo sui calci”?
- Perché la nostra attuale società sembra popolata da troppe persone puerili e viziate, e pertanto arroganti? E’ proprio così? Anche precedenti società erano così?
La risposta la otteniamo soltanto dal porre la domanda giusta: quali sono le essenziali attività svolte dagli Esseri umani e pre-umani, da milioni di anni?
Ebbene, con forme, modalità e intensità diverse, le attività sono fondamentalmente 4:
Nutrirsi, e pertanto al cibo è associato un bisogno che ci spinge a ricercarlo e un piacere che ci premia quando ne godiamo;
Ricercare Piacere, e pertanto al sesso, in primis ma non esclusivamente, è associato un bisogno e un piacere che si estende a tante altre attività sia fisiche sia intellettuali sia spirituali;
Dormire, e pertanto al sonno è associato un bisogno e un piacere.
E poi…? Cosa ti viene in mente come 4° elemento di questa sorta di “DNA Esistenziale”?
Affrontare avversità e problemi, in svariate forme: intemperie, animali predatori o velenosi, malattie, calamità naturali…
Ebbene, anche alla nostra quotidiana sfida contro avversità e problemi sono associati sia un bisogno sia un piacere, programmati in noi da milioni di anni di evoluzione.
Abbiamo, dopo tale “eterna assuefazione”, un bisogno fisiologico di vivere sfide nei confronti di problemi che la Realtà ci chiede da sempre di affrontare.
I problemi non sono, quindi, soltanto problemi, non sono soltanto una sfiga personale bensì la struttura stessa della Realtà da affrontare, come intuì lucidamente e laicamente già Siddharta Gautama, noto come Buddha; egli definì Duhkha il sostrato di ogni possibile problema, sofferenza, dolore, frustrazione cronica che, tutti insieme, strutturano la Vita. Da qui il nome che do alla mia teoria: "Duhkha Theory".
Possiamo aggiungere, oggigiorno, un ulteriore livello scientifico a questa antica consapevolezza: il bisogno e il piacere di una certa dose, non eccessiva ovviamente, di sfide, con imprescindibili problemi, stress e ansia, sono inscritti nel nostro programma genetico come vitali all’evoluzione della specie. Siamo tutti formati geneticamente, fisiologicamente e al livello neurale da questa eterna esperienza e, inconsciamente, i problemi “su misura” rappresentano un elemento vitale.
Se l'occhio non fosse solare, mai potremmo godere della sua luce.
- Johann Wolfgang von Goethe (poeta)
Una carenza di “dose personale” di sfide scatena processi bio-fisiologici di auto-annientamento e/o di auto-isolamento caratterizzati da uno o più stati di apatia, noia, depressione, suicidio consapevole o inconsapevole. La nostra salute richiede sfide con relativi problemi da affrontare.
Qual è il corrispettivo piacere di tale bisogno? L’Autostima! Solo affrontando problemi, anche senza risolverli, cresce in noi l’Autostima. Fight or Flight – affrontare combattendo o fuggire: questo è il dilemma dell’Autostima. E aggiungo: Flow – fluire, ossia: diventa un’onda che fluisce naturalmente nell’oceano della Realtà, diventa l’oceano stesso.
- non siamo sostenibilmente felici [2] pur avendo ciò che i nostri progenitori sognavano, poiché il benessere e l’opulenza, con le loro felicità puntuali [1], hanno eliminato eccessivamente, in molte persone, le tradizionali sfide esistenziali senza aggiornarle con nuove;
- persone con gravi problemi dimostrano talvolta una sorprendente ‘felicità sostenibile’, avendo una grande sfida da vivere con un proprio ‘sogno creatore’ [3] – la forma più sublime di sfida: tornare alle precedenti attività, rivivere nuove forme di normalità, la salute da ritrovare… (come in questa bella e breve scena del film “La stanza del figlio”: https://youtu.be/2De4lcWCc8s);
- la creazione artistica, i cambiamenti e i miglioramenti personali nascono più dalla sofferenza che dalla gioia o dalla felicità, poiché questi ultimi sono definibili come quegli stati dai quali non si vorrebbe uscire, nei quali il tempo si ferma e con esso la volontà di cercare nuove sfide, e quindi problemi, per cambiare, innovare, creare qualcosa;
Ai Felici non passa il tempo
– Friedrich Schiller (poeta, filosofo)
- i notiziari ci inondano di dolore e sofferenza, avendone noi [forse non ti piacerà sentire ciò…] bisogno; molte persone, addirittura, si eccitano inconsapevolmente – con l’altrui dolore o sofferenza, ovviamente. Non è solo una questione di “mal comune mezzo gaudio” – no; è un bisogno più profondo, più inconscio, più difficile da riconoscere: è il bisogno di, perlomeno, vedere problemi con i relativi dolori e sofferenze;
- alcune persone sembrano amare “mettere il culo sui calci”, accettando notevoli problemi, rischi, stress alla ricerca di sfide molto audaci poiché, in loro, questo programma bio-fisiologico è particolarmente attivo con possibili comportamenti anche adrenalinomani e tracotanti;
- la nostra attuale società è – realmente e diversamente da società precedenti - popolata da troppe persone puerili e viziate, e pertanto arroganti, poiché, per la prima volta nella nostra storia, ben due generazioni non hanno mai vissuto grandi problemi (guerre, dittature, epidemie devastanti…) e, al contempo, hanno vissuto un benessere, una libertà, una salute sconosciuta a qualsiasi altra società. Risultato: una diffusa presenza di persone che non si sono sviluppate con il quarto elemento del “DNA Esistenziale” e che, quindi, sono rimaste cognitivamente puerili, con serie difficoltà a esprimere comportamenti, ragionamenti, argomentazioni, decisioni da persone adulte. Dei “bambinoni viziati”, dei bambinoni ignoranti”.
Come riuscire a vivere la massima possibile Felicità Sostenibile con la minima misura sostenibile di sfide e relativi problemi? Attenzione: con la minima misura sostenibile di problemi, non con una loro assenza come erroneamente si persegue per sé e, soprattutto, per i figli.
Non è semplice bensì, come tutto in Natura, complesso e ‘frattale’ [4]. Ossia, in pratica, quale mix di problemi e tranquillità, di incertezza e sicurezza, di stress, sofferenza, ansia e felicità sostenibile accettare nella vita di tutti i giorni? In famiglia, con i figli, al lavoro, con i partners… come imparare a crearsi sfide, obiettivi, sogni creatori su misura che comportino una sana dose di problemi, di ansie, di stress? Meglio ancora –di eu-stress: lo stress positivo che emerge dalla fatica nel perseguire, appunto, proprie sfide e, meglio ancora, propri sogni creatori.
Sono proprio tali sogni creatori a mantenerci in cammino malgrado i problemi, le sofferenze, i dolori; sono proprio tali sogni creatori il fondamento di una solida resilienza incorporata necessaria per perseguire un nostro orizzonte di sogno superando continuamente tempeste e ostacoli. Chi si ferma è perduto – a se stesso, prima, e al mondo, poi.
Occorre, insomma, imparare a crearsi continuamente sfide, obiettivi, sogni creatori con i relativi problemi - senza esagerare. Questo è il senso più profondo del Gioco della Vita: sapere come (ri)mettersi in gioco – rischiando. Crearsi sfide e problemi su misura, rimettendosi in gioco rischiando, senza esagerare, per il premio più grande di tale Gioco della Vita: l’Autostima e, da qui, la Felicità Sostenibile.
Come insegna Henry David Thoreau (filosofo, scrittore e poeta statunitense), sintetizzando perfettamente l'essenza della crescita personale:
Non conosco niente di più potente dell' inconfutabile abilità dell’uomo di spingersi oltre i suoi limiti.
Per diventare la propria Dimora, il proprio Tempio d’Io.
Come imparare a crearsi continuamente sfide, obiettivi, sogni creatori con i relativi problemi - senza esagerare…? Scrivimi a: Nicola.antonucci@complexlab.it
Buona Resilienza, Autostima e, quindi, Felicità Sostenibile!
Nicola Antonucci
Nicola.antonucci@complexlab.it
NOTE:
[1] Incontri "Satsang Laici" e "Kairòs - per (ri)annodare Connessioni" – fisici a casa mia, pubblici o via skype (prenotabili scrivendo a: nicola.antonucci@complexlab.it).
[2] Felicità sostenibile e felicità puntuale: la felicità è un termine troppo astratto e complesso per non creare confusione e fraintendimenti, anche dolorosi. Ho distinto, nel mio libro “Teoria e Pratica nella Felicità Sostenibile” (scaricabile gratuitamente), la felicità sostenibile da quella, tradizionale e controproducente, puntuale. La felicità puntuale è lo stato di gioia derivata dal raggiungimento di un obiettivo e dal suo godimento; è caratterizzato da un picco di specifiche scariche ormonali e di neurotrasmettitori che ingenerano il bisogno di replicarle, con conseguente sia dipendenza sia assuefazione con l’esigenza di dosi sempre più intense e/o frequenti. Risultato: insoddisfazione strutturale e, alla lunga, infelicità. La felicità sostenibile, invece, la si misura negli stati di infelicità, di “caduta” ed è il movente che ci rimette in cammino. L’innesco di tale movente è dato dall’avere un orizzonte che ci attiri con un importante, impegnativo e sfidante obiettivo – meglio ancora se ad attirarci è un orizzonte di Sogno Creatore [vedi nota 3].
[3] Sogni creatori (da non confondere con i sogni onirici!): nello stesso libro, ho classificato le varie forme di nostre proiezioni future: progetti, obiettivi, visioni, sogni creatori, utopie. Gli “zuccheri” del nostro Cammino esistenziale, per dargli una iniziale energia, sono rappresentati dai progetti. I “carboidrati” per nutrire con una maggiore persistenza tale Cammino sono forniti dagli obiettivi. Le “proteine” per strutturare un Cammino di lungo periodo, esistenziale sono fornite solo dalle visioni di lungo periodo e dai sogni creatori (“I have a Dream” – M.L.King). Nello stesso libro sono forniti anche i criteri per stimolarli, applicarli e “misurarli”.
[4] Frattale: le strutture geometriche naturali non sono quasi mai euclidee (triangolo, quadrato, cerchio) con dimensioni intere (1 = linea; 2 = superficie; 3 = solido), Le forme che vediamo realmente sono frastagliate, ramificate, talvolta ripetitive a varie scale (come nel cavolo romano, nella felce, nei quarzi...). La Natura attua una estrema efficienza adottando una geometria a dimensioni non-intere bensì "fratte" come nel polmone umano, che ha una dimensione di circa 2,90 , ossia un po' (tanto) superficie e un po' (meno) solido. In pratica: il polmone umano ha una superficie molto grande (pari a un campo da tennis!) racchiusa in uno spazio limitato (la nostra cassa toracica). Questa è una straordinaria efficienza per garantirci la massima possibile superficie di osmosi (per il trasferimento di ossigeno nel sangue) con il minimo possibile ingombro. Grazie a questa ottimizzazione tra due dimensioni, noi possiamo nutrirci a sufficienza di ossigeno senza compromettere la nostra mobilità e flessibilità fisica a causa di un grosso ingombro.