[per una CONSULENZA ONLINE da parte dell'autore (alcuni slot sono GRATUITI), richiedila a questo LINK]
Ormai, dopo 4 anni che ne parliamo su questo BLOG, stanno arrivando solo ora i "veggenti del passato": giornali, economisti, docenti che iniziano a parlare di deflazione – troppo tardi per la maggioranza dei risparmiatori che hanno investito tutto sullo scenario inflattivo acquistando beni rifugio (immobili, terreni, quadri…). Per chi invece ha saputo immaginare prima e meglio di altri lo scenario deflattivo, ecco arrivare le meritate opportunità favorite dal Caos.
Tali opportunità non devono però essere semplicemente monetarie, altrimenti questo blog è stato inutile. Le opportunità devono riguardare anche gli aspetti monetari soprattutto per facilitare il passaggio a modelli esistenziali che garantiscano maggiore felicità sostenibile.
Allora, senza tediarti più con la liquidità liquidabile, come ottenerla e salvaguardarla, e con la spiegazione di cosa sia una deflazione, passiamo ora a una pragmatico vademecum per affrontare alcune domande essenziali per un approccio olistico al cambiamento epocale in corso, le cui risposte sono nel nuovo libro di Paolo Gila e Nicola Antonucci (New Made in Italy – come usciremo dalla crisi, edito da Adagio, disponibile in formato sia ebook Kindle sia cartaceo su Amazon.it), attraverso fruibili grafici e un facile testo (leggibile in 1,5h): Come e quanto risparmiare? Come investire i risparmi? Quali nuovi lavori in Italia? Quali saranno le formule vincenti per coniugare rischi e redditività nei prossimi anni? Varrà ancora la pena di investire il proprio gruzzolo nel mattone? Quanto si dovrà destinare alla pensione integrativa, oppure all’investimento azionario o a quello obbligazionario? Qual è il mix corretto tra “formica” o “cicala”, tra risparmio o consumi, tra soddisfazioni rimandate con investimenti finanziari o soddisfazioni godute con “investimenti esistenziali”? Esiste una felicità sostenibile per il lavoratore, il risparmiatore, il cittadino consapevole e aggiornato?
Con questa nuova serie di POST, inizio ad accennare (semplicemente...) preliminari risposte alla sesta domanda posta (in grassetto):
- Quanto si dovrà destinare alla pensione integrativa, oppure all’investimento azionario o a quello obbligazionario?
La pensione è un’istituzione che sta faticosamente sopravvivendo al sogno del proprio “padre”, il cancelliere Bismark. Il mondo è molto cambiato negli ultimi 150 anni. Occorrerà, quindi, destinare sempre più una quota del reddito attuale a un probabile futuro senza reddito, quando non si avranno più redditi da lavoro o da rendite, sperando di essere in salute in tale periodo. Se ne deduce che la priorità maggiore è, pertanto, vivere al meglio per irrobustire la proprio salute psico-fisica con un consapevole rispetto di un equilibrio esistenziale e lavorativo spesso compromesso nella nostra “cultura del risultato a ogni costo”. Gli investimenti azionari vanno invece solo concepiti in un’ottica di condivisione di aspettative di sviluppo della società prescelta, accettando i tempi, anche medio-lunghi, di tale realizzazione e, soprattutto, la condivisione dei relativi rischi. Quanto alle obbligazioni, la “certezza delle basse cedole” difficilmente compenserà le plausibili proficue “redditività del rischio”, soprattutto in fasi medio-lunghe di deflazione.
[per una CONSULENZA ONLINE da parte dell'autore (alcuni slot sono GRATUITI), richiedila a questo LINK]
Alla prossima puntata per le altre risposte!
Tanta Crisi, tante Opportunità – come suggerito dall’ideogramma cinese di “Crisi” (Wei-ji = Pericolo + Opportunità):
Nicola Antonucci
Financial Coaching, 24 marzo 2014