bollino ceralaccato

ComplexLife: CULTURA E KOAN - II Puntata: il Cretinometro.

Una serie di viaggi nella ComplexLife, attraverso Cultura e Koan, verso gli approdi della Pace, del Cretinometro… per una solida Resilienza incorporata. Con un approccio cognitivo ai giochi complessi.

Management Cognitivo

(il testo è scaricabile in calce)

 

 

cretinometroDi nuovo in viaggio…

[Il viaggio è iniziato nella precedente puntata che è opportuno leggere prima di proseguire: “I Puntata – La Pace” a questo LINK]

 

“Se un cretino mi dice “tu sei cretino” e io mi offendo, allora il cretino sono io. Purtroppo, il cretinometro non l'hanno ancora inventato” - mio Padre.

 

Incoraggiato da tanti Avventurieri della Mente (poeti, filosofi e genî che osano oltre le “Colonne d’Ercole” dei ‘luoghi comuni’ – vedi I Puntata), sono ripartito per sviluppare tutte le mie categorie cognitive, tutte necessarie per capire il senso dell’insensatezza sia altrui, sia… mia.

Non a caso, è proprio “la comprensione di me stesso” l’obiettivo filosofico supremo degli ultimi 2 millenni, da Socrate (“Conosci te stesso!”), allo Zen (pratica per “Il fiorire della propria natura”), a Nietzsche  (“Diventa ciò che sei!”) e fino alle moderne Scienze Cognitive (“Con la neuroplasticità adulta, il nostro agire dà forma a ciò che siamo”).

Ma...  quale me stesso?  Quale propria natura?   E poi… quante proprie nature?!

La terza ‘rivoluzione copernicana’, attuata dalle Scienze Cognitive e dai “geni egoisti”, mi ha persino spodestato dal centro di me stesso, dopo essere stato spodestato dal centro dell’universo (con la rivoluzione copernicana vera e propria), e poi dal centro privilegiato del mondo animale (con la seconda ‘rivoluzione copernicana’, quella darwiniana) .

Infatti, al centro di me stesso non ci sono “Io” con una univoca personalità, bensì un insieme di Personalità Plurime con stati di coscienza ‘carsici’, della durata di alcuni decimi di secondo fino ad alcune decine di secondi, prima di risprofondare nell’inconsapevole e incosciente marasma biologico dal quale sgorgano.  Stati di tipo:

  • Autonomo: quando presenzio con una delle mie Personalità Plurime a queste sporadiche emersioni e comparse della Coscienza;
  • ‘Automa’: quando ormoni e neurotrasmettitori automaticamente attivano una delle mie Personalità Plurime, quella più funzionale a una specifica esigenza o situazione della vita.

Come già intuiva Blaise Pascal

“Il ‘Cuore’ ha le sue ragioni, che la Ragione non conosce”.

“Addio!” al presuntuoso Libero Arbitrio, e “Benvenuti!” ai miei plurimi ‘Io’ e… ‘Automi’!

Nuove ambivalenze, incomprensioni, contraddizioni, incoerenze, paradossi e persino… koan irrisolvibili – al mio interno, però!

Tutti da conciliare con la Cultura (quella vera, con la “C” maiuscola – vedi I Puntata), con l’Intelligenza Olistica e con lo Scambio Comunicazionale affinché “Io” non sia posseduto e governato da altri, bensì torni ad essere pienamente e continuamente mio, ossia… “d’Io”!

 

Terzo Approdo

Sono così approdato al “paradosso del bootstrap”: sollevarmi da terra tirandomi su per i lacci degli stivali…  Non ci provo neanche!  Ma ho scoperto chi può: l’Altro!

“Il nostro vero Io non è tutto in noi stessi.” – Jean-Jacques Rousseau

Ecco il tuo ruolo: sopperire al mio deficit di libero arbitrio e alla mia coscienza intermittente, partecipando consapevolmente a un’altra delle innumerevoli ‘strategie miste’ con le quali la Natura tramuta le nostre diversità in vincenti alleanze.

Ed ecco dove i cretini, gli ottusi e gli ingenui sprecano la loro e l’altrui umanità, impedendo lo Scambio Comunicativo con le stranianti diversità degli Altri.

Gli Altri costituiscono insieme a me una Coscienza Collettiva, nella quale, in ogni istante, ciascuno può liberamente essere nel suo specifico stato “d’Automa”  oppure “d’Io”.

Istante per istante, quindi, sono automa o autonomo, “d’altri” o “d’Io”, ma… non lo posso sapere - da solo.   Me lo può evidenziare soltanto un Altro in stato autonomo e consapevole, purché… io lo ascolti e ne comprenda la plausibilità o il realismo delle affermazioni.

Ma… come possono comprenderle il cretino e l’ottuso, depauperati delle categorie del plausibile e del realistico?!  E come possiamo comprendere tali affermazioni altrui tutti noi, quando non ci sono parole e concetti comuni per condividerle?

Ho sognato, in “Etopìa – un’utopia vicina”, un Convertitore Semantico – di nome “Pizia” – capace di trasferire il senso di una affermazione da una cultura in altre.

 

Un po’ fermo, un po’ in viaggio…

Ripartito alla ricerca di Pizia, il Convertitore Semantico sognato, ho scoperto in sedentarie letture i ‘neuroni specchio, quelle prodigiose ‘antenne cognitive’ sensibili a parole, gesti, posture e odori capaci di tradurre pensieri altrui in fenomeni di empatia, intuizione, intesa e ‘quasi-telepatia’.  Possono però attivarsi se e soltanto se i Prosopi (che interscambiano i propri volti, dal greco prosopon: volto) sono dotati di categorie cognitive analogamente sviluppate, altrimenti diventa impossibile capire, intuire, ‘sentire’ l’Altro.

Allora, ha forse ragione Edoardo Boncinelli quando afferma:

Fare è più facile che capire”…?

Dipende. ‘Capire’ presenta certamente seri ostacoli svelati dalle moderne scienze cognitive, ostacoli quali:

  • gli stati di ‘coscienza intermittente’, che sgretolano il monolitico Libero Arbitrio in alternate fasi “d’Automa” e fasi “d’Io”;
  • il pensiero cosciente in ‘playback’: il semplice pensiero cosciente di un gesto manuale è preceduto, di circa mezzo secondo, dall’attivazione neurale competente; ossia un mio comando cosciente è preceduto di mezzo secondo da un mio ‘comando’ incosciente. Allora, chi comanda veramente?!
  • la neuroplasticità del cervello. Recentissimi studi hanno ampliato le potenzialità del cervello di ricablare le connessioni sinaptiche e le aree neurali, per svariate funzioni, anche in età adulta! Allora, il nostro pensare, sentire ed essere possono evolvere nel tempo – tant’è…

Il nostro agire dà forma a ciò che siamo.

Da cui consegue l’opportunità, nota da sempre agli integralisti ideologici e religiosi:

“Prendete una persona normale, fategli ripetere mille comportamenti o ragionamenti cretini, diventerà un cretino!” – parafrasando Göbbels.

Meglio, quindi, prenderli in cura da piccoli…

Comprendere l’Altro, come ho imparato da queste paradossali scoperte scientifiche, richiede la presenza di aree neurali capaci di captare e valutare la plausibilità, il realismo o l’irrealtà di numerosi segnali altrui percepiti anche senza una mia partecipazione cosciente.

Nell’epoca della complessità, tutto ciò vale ancora più per la Realtà: un insufficiente sviluppo di tutte le categorie cognitive rende risibile la capacità di comprendere la Realtà con i suoi ‘segnali deboli’ confusi, incerti, né veri né falsi… Segnali fuzzy, segnali frattali…

La difficoltà di percepire le corrette sfumature degli Altri e della Realtà, induce facili semplificazioni che… complicano!

Diventa inoltre impossibile lo sviluppo del vero Talento della Complessità:

Saper immaginare scenari possibili della Realtà prima e meglio di altri.Francesco Varanini

L’ottuso, per esempio, nega tale Talento rifiutando qualsiasi proposta di situazioni che non siano, almeno parzialmente, già realizzate.

L’ingenuo, invece, ne crea – troppe, però!  Senza alcuna cura per la loro eventuale irrealtà o falsità (fisica, legale, biologica…).

Il cretino, infine, non ce la fa proprio a credere, almeno per un attimo, a qualcosa di diverso dalla Verità che già conosce, e alla quale “crede-punto!”.

Quanti pazzi, folli ed eretici, invece, hanno saputo nei millenni scorgere, prima e meglio di altri, realtà inizialmente giudicate irrealistiche, o addirittura assurde e nonsense!  Un Talento che ha condannato questi ‘Prometeo’ umani - troppo umani - alla… Follia : J.J.Rousseau, F.Hölderlin, I.Semmelweis, F.Nietzsche – tutti condannati, come disse quest’ultimo, dai propri contemporanei che…

non mi ascoltano, e neppure mi vedono! Mi basta parlare con certe ‘persone colte’ per convincermi che (ai loro occhi) io non vivo.”  - in Ecce Homo, 1888.

Ecco l’immane inattualità sia dei veri genî-folli che si sacrificano inconsapevolmente per espandere le categorie cognitive dell’umanità, sia dei tanti genî considerati inizialmente folli, e che ottennero invece riconoscimenti tali da salvarli dalla follia: A. Einstein, C.Darwin, N.Copernico…

Folli ed Eretici che operarono una ‘transumanza’ di concetti dal territorio “impossibile” dei nonsense, dei paradossi, delle incoerenze e delle assurdità, al territorio del  “possibile” , sdoganando tali concetti nelle categorie più fruibili dell’irrealistico, del realistico, del plausibile o del vero.

Avventurieri della Mente che osarono persino superare le Colonne d’Ercole del nonsense, per accedere a un livello superiore di categorie “possibili” e “impossibili”.

Mistici scientifici che seppero concepire, affrontare e disinnescare inquietanti koan occidentali:

  • materia tangibile ed energia intangibile, indifferente equazione di contrari;
  • qui onda, lì particella: ovunque luce;
  • tempo e spazio, compressi qui e dilatati lì: ‘abiti’ elastici dell’universo;
  • uomo: immagine di Dio ed erede delle scimmie;
  • uomo e donna, essere androgino: strategia mista di “geni egoisti”;
  • razionalità e irrazionalità, viva intersezione della Saggezza.

 

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Koan scientifici che hanno dis-velato (apo-kalyptein, in greco – da cui: apocalissi)   superiori livelli di realismo, plausibilità e di verità dai paradossi e dalle assurdità dai quali erano emersi.

Eruditi cretini e ottusi di tutte le epoche hanno però provveduto a ostacolare, a ritardare e a far molto soffrire qualsiasi opportunità di evoluzione delle nostre facoltà mentali, reprimendo sia lo sviluppo neurale stimolato da idee eretiche, sia lo sviluppo ormonale e immunitario stimolato dai piaceri. Cervelli e Corpi repressi per Menti alienate dall’Ambiente reale.

Devo proprio a questi “eruditi cretini e ottusi” il mio imperturbabile culto sia per la Tolleranza:

Io disprezzo la tua idea, ma combatterò perché tu possa esprimerla–  François-Marie Voltaire.

…sia, ancora più, per il Rispetto:

di nuovo… “Insegna il Cristo: amerai il prossimo tuo come te stesso / ma non scordare mai che è un altro” -  Antonio Machado

Dallo sviluppo sia mentale sia corporeo discende lo sviluppo di una superiore e benefica  Intelligenza Olistica, strumento essenziale per “l’ascesa delle nuove classi creative” capaci di immaginare scenari possibili della Realtà prima e meglio di altri.  La Cultura di queste nuove classi è fondata su uno Scambio Comunicazionale che sa misurasi con la Diversità, in virtù della Tolleranza e del Rispetto di altri ‘Credo’, di altre etnie, di altre preferenze sessuali, di altri linguaggi, di altri colori…

Una Cultura che crea Creatività dalla miscela spontanea di concetti, categorie, linguaggi  e ideali con ironia, umorismo e divertimento.  Sono, infatti, espressioni tipiche di tale Cultura Creativa – i suoi “Piaceri della Funzione”: i giochi di parole, gli ossimori, gli aforismi, le ironie anche paradossali fino all’estremo del nonsense.

Una Cultura che dis-vela Nuova Cultura.

 

Quarto Approdo, o… un nuovo Primo Approdo?

Sono così ritornato, come nel Canone di Pachelbel, all’inizio, alla Cultura-vera: la capacità di misurarmi con la Diversità, grazie alle variegate categorie cognitive che mi connettono alle straniere stranezze altrui, per creare Creatività.

Quale struttura connette (…) me con voi? E tutti noi (…) con lo schizofrenico?” - Gregory Bateson

La “struttura che connette” è la Cultura.

La Struttura che si dis-vela quando non è più offuscata da spesse coltri di nozioni, né sclerotizzata da dogmi, verità, intolleranze

Auspico una Apocalissi (da apo-kalyptein, in greco: dis-velamento) della Cultura.

Ma… per disvelare la Cultura (quella vera), come ‘dimenticare’ la cultura (quella nozionistica) che lo impedisce?

Tu rinunceresti alle tue sudate nozioni e a tale intangibile “coperta di Linus”? Io vorrei, ma…

“Padre mio, rimetti a me le mie nozioni!”

“Se solo potessimo dimenticare - come staccare petali, così colorati, così puri...”

Forse “dimenticare” è troppo; forse, le attività più sostenibili sono: setacciare, scartare, filtrare… distillare.

Anziché una ‘lobotomia’, una… ‘quasi-lobotomia’, grazie a letture e ascolti che mi aiutino a distillare indigeste masse di nozioni.

Poche, essenziali, dense.

Lo sanno bene i Poeti, che osano maneggiare concetti distillati attraverso secolari nozioni e parole; concetti dal ‘peso semantico’ tale da schiantare anche menti molto colte; concetti grondanti di sentimenti e di significati.

Pochi, essenziali, illuminanti.

Concetti, Sentimenti e Significati ‘zippati’ in parole che esplodono in menti capaci di coglierne tutti i colori, avendo categorie cognitive pronte a recepirne le sfumature – non solo bianco e nero!

“Solo pazzo! solo poeta! / che parla solo a colori” – Friedrich Nietzsche

“…affinché in Una parola / inzeppi tutti i sentimenti” - Friedrich Nietzsche

 

 

nietzsche collage

Dalla Poesia alla Medicina: quale ‘vaccino’ per recuperare le atrofizzate e omologate categorie cognitive, per sviluppare l’Intelligenza Olistica, per espandere lo Scambio Comunicazionale, per diffondere una Coscienza Collettiva, per sviluppare una “nuova classe creativa” e per accrescere il Benessere di Tutti?

Ecco il ‘vaccino filosofico’ - il più semplice da esprimere e il più arduo da attuare: il Cambiamento!

“Sii il Cambiamento che vuoi vedere nel mondo (e negli Altri…)” – Mahatma Gandhi

Solo tu puoi aprirti al tuo cambiamento che aprirà la strada al cambiamento altrui – non con le parole, non con la logica, non con i libri…

 

Nuovo viaggio senza viaggio (quasi fermo, orientandomi col cretinometro…)

OK, ma come posso cambiare me stesso senza cadere nel Paradosso del Bootstrap (per iniziare a cambiare i miei comportamenti abituali, devo già essere un po’ diverso…)?

E poi, come cambiare per arricchire, ed essere arricchito da, una più ampia Coscienza Collettiva?

Perché dialogare e vivere ‘a colori’ con gli Altri,  quando è molto più semplice vedere tutto e tutti con gli ‘occhiali’ del “bianco o nero”, “vero o falso”, “giusto o sbagliato”, “io o tu”…?

 

Il ‘cretinometro release 1.0’ (prima versione prototipale…) s’è dimostrato molto efficace nell’aiutarmi a sviluppare il ‘vaccino filosofico’ di Gandhi.  Come…?

1. Rilevo quali categorie cognitive sono attive, aprendomi all’ascolto di concetti difficili da comprendere, e verifico la mia capacità di accoglierli come plausibili, realistici, irrealistici piuttosto che classificarli semplicemente come veri o falsi.

Rendi tutto il più semplice possibile ma.. non troppo semplice” – Albert Einstein

(ossia, le semplificazioni semplicistiche… complicano!)

2. Misuro la prevalenza di determinate parole ed espressioni che e-vocano la presenza di specifiche categorie cognitive, come nella Tabella Empirica di Espressioni Tipiche e Ossessive in fondo all’articolo.

Il Linguaggio parla” – Martin Heidegger (non mi stancherò mai di ripeterlo…!)

  3. Effettuo un test abbastanza semplice: rilevo il numero di indizi ritenuti necessari per declamare una Verità. Al cretino-puro (lo stupido) ne basta uno solo!  Al Saggio ne occorrono… infiniti.  Ecco perché i cretini sono dei veloci decisionisti, mentre i Saggi sembrano cretini… ai cretini.  Ne emerge un “Primo Indice di Stupiditàinversamente proporzionale al numero di informazioni utilizzate per decidere (ovvero un “Indice di Saggezza” direttamente proporzionale al numero di informazioni utilizzate per decidere).

4. Il test che reputo più divertente è quello basato sull’Ironia!  E’ il ‘Test-chiave’ per rilevare lo sviluppo e l’equilibrio delle  categorie a partire dalla giocosa capacità di… giocarci! Confondere consapevolmente i contesti e le categorie, piazzando   un concetto irrealistico in un contesto plausibile, oppure un’assurdità in un contesto realistico, e così via, produce ironia che può arrivare fino alla risata umoristica - quel brivido mentale (neurale e ormonale) che nasce proprio da un inaudito ‘corto-circuito’ di ormoni e neuro-trasmettitori scatenati da concetti e contesti mai uniti prima.

Ironia, umorismo e risata non sono purtroppo condivisibili con tutti, poiché non siamo connessi con tutti, ma solo con analoghe strutture cognitive.

Ironia, umorismo e risata… comunque terapeutici: sono ‘brividi neuro-ormonali’ che stimolano l’attivazione di flussi ormonali, funzionalità fisiologiche e ricablaggi neurali (neuroplasticità).

“No sfumature tra vero e falso…?  No ironia!”

5. Un semplice e divertente test, reciproco del precedente, consiste nell’ascoltare l’involontario umorismo… dei cretini, degli ottusi e degli ingenui, i quali inconsapevolmente (e seriamente…) confondono i contesti e le categorie cognitive alla base dell’effetto umoristico – più si ride (mentre loro rimangono molto seri…) e più la loro stupidità sale.
6. Dall’atrofia delle categorie cognitive intermedie discende un altro test che valuta quanto, e quanto spesso, qualcuno impone rigidamente agli altri il quando, il dove e il come fare qualcosa – per i cretini e ottusi è sempre un “qui,  ora, così!”.
7. Ho sviluppato poi un “Secondo Indice di Stupidità” determinato da quale sezione della “Distribuzione dell’Umanità” si è in grado di comprendere, sentire, rispettare.  Usando i termini della Statistica Gaussiana, e con indicazioni tra il serio e i faceto:

  • il Saggio comprende e rispetta il 100% della Distribuzione (σ-infinito!), ossia tutti gli Esseri Umani – ne conseguono Serenità e Pace;
  • le persone Culturalmente evolute ne rispettano almeno 2σ (95%) – ne conseguono Dialogo e Creatività;
  • le persone normali e democratiche ne rispettano almeno 1σ  (68%) – ne conseguono Dialettica  e Pragmatismo;
  • gli ottusi e i cretini ne rispettano soltanto la ‘norma”, ossia accettano soltanto coloro che si rendono conformi a un preciso comportamento senza alcuna deviazione (0σ !) – come ci mostrano le dittature e gli integralismi di tutte le epoche e luoghi – ne conseguono odio e guerre;
  • gli ingenui hanno invece il problema di credere nella possibilità anche di sezioni della Distribuzione dell’Umanità oltre la distribuzione reale stessa (ossia: > σ-infinito !) – ne conseguono frustrazione, delusione e diffidenza.

Ne consegue che:

“La Cultura è la capacità di misurarsi con l’a-normalità.”

8. Un tipico test che misura l’incapacità di misurarsi con la diversità e con l’a-normalità consiste nella valutazione di quante persone subiscono, da parte del candidato- cretino, una “svalutazione difensiva”, ossia una denigrazione delle qualità e capacità dell’altro per far meglio apparire le proprie scarse doti…
9. Infine, effettuo il ‘Test-Estremo’: oltre a distinguere il plausibile dal realistico e dall’irrealistico, verifico la capacità di distinguere ciò che uno dice da ciò che uno è.   Dire cose da cretino non comporta esserlo (ontologicamente...).   C’è chi fa coincidere al 100% il dire con l’essere, ossia i cretini-puri/stupidi giudicano subito una persona come cretina appena dice una qualsiasi cretinata e cercano così di dimostrare quanto tutti gli Altri, ovviamente, siano cretini. I rari Saggi non associano mai il dire con l’essere.


Ho invece rimosso dal cretinometro la verifica della relazione causa-effetto, inizialmente ed erroneamente supposta caratteristica dei cretini, poiché ho scoperto che, in realtà, è una funzione cognitiva relativamente poco sviluppata tra gli Esseri Umani con notevoli differenze, anche di genere. Questa funzione è indipendente dalla propria Cultura, ossia dallo sviluppo delle categorie cognitive (che invece definiscono “la stupidità”, “l’ottusità” e altro), ed è strettamente collegata alla funzione logico-deduttiva che, appunto, non discrimina “i cretini” dai “non cretini”, ma semplicemente persone logiche (“verticali”) da persone olistiche (“laterali”). Tant’è…

Senza la logica la ragione è inutile. Con la logica potete vincere dispute e… inimicarvi le masse” -  Cathcart Thomas e Klein Daniel,  Platone e l'ornitorinco

 

Non sempre sono emerso fiero di me da questi test...   Ma come irrobustire il mio ‘sistema immunitario mentale’, la mia Struttura che mi connette con gli Altri, insomma: la mia Cultura?

Semplice: devo aprirmi ad ascoltare le assurdità altrui, le incoerenze della realtà, i paradossi delle scoperte scientifiche, e poi ancora le incomprensibili poesie, e persino i nonsense dei koan.

Un po’ meno semplicemente…: non devo fermarmi al silenzio delle domande senza risposta, dei circoli viziosi logici e dei paradossi;  devo invece ascoltare questo silenzio che oggi mi esorta ad andare oltre il silenzio.

Alcune domande, però, iniziarono a reclamare mie risposte – per anni:

  1. Cretini (oppure ottusi o ingenui) si nasce o si diventa?
  2. Se i cretini esistono, serviranno pure a qualcosa – a cosa, però ?!
  3. E’ meglio sfruttare i cretini, continuare a soffrirli o cercare di aiutarli?
  4. I Cretini hanno, come tutti, una propria Dignità e conseguente diritto al Rispetto?

Le neuroscienze mi aiutarono a tradurre l’insegnamento già citato del maestro cinese Mumom (1183-1260)…

“le parole non possono aprire le menti altrui”

…in pratiche risposte a tali domande.

Anzitutto, “le parole non possono aprire le menti altrui” senza coerenti gesti e comportamenti! A tale proposito, non amo raccontare storielle, ma la seguente merita un’eccezione:

 

«Una madre indiana portò il proprio figlio al Mahatma Gandhi: “Mahatma, aiutami: mio figlio non mangia le verdure, e rischia una brutta malattia a detta del medico”. Gandhi si chiuse in una breve ma profonda meditazione e disse: “Riportamelo tra un mese”. “Ma come? Dopo due giorni di viaggio in treno, devo ritornare tra un mese per risolvere questo problema…?!”. “Vai, madre – tra un mese ti risolverò il  problema”. Un lungo e faticoso viaggio di ritorno, un mese di implorazioni al figlio e di preghiere a Krishna, altre due faticose giornate di viaggio, una coda di cinque ore per porsi al cospetto del Mahatma...  “Eccomi, Mahatma Gandhi – sono tornata dopo un mese per avere il tuo aiuto per….”. “Certo, madre – lo so.”  Una breve ma profondissima meditazione istruì Gandhi sulla cura del figlio: lo guardò fisso e dolcissimo negli occhi, sollevò lo scarno e benevolo dito, disse con parole ferme e paterne: “Mangia la verdura.” … “Ma come – un mese di attesa, due viaggi travagliati, infinite preghiere a Krishna, una coda interminabile… tutto questo per sentir dire a mio figlio ciò che potevi dirgli un mese fa?!”. “Un mese fa, madre, io non mangiavo verdure”.»

 

E’, infatti, il nostro agire a dare coerenza a ciò che siamo cerebralmente e ormonalmente, ossia mentalmente.

E’ evidente, quindi, che lacunose strutture cognitive che determinano l’ottuso, l’ingenuo o addirittura il cretino possono discendere da iterati e coerenti comportamenti sia dei loro avi (condizionamento genetico = nature, in inglese), sia di loro stessi (condizionamenti ambientali e culturali = nurture, in inglese).

Ereditare e sviluppare una determinata caratteristica è comunque sempre funzionale a una qualche utilità o vantaggio ambientale.   Ma allora, qual è l’utilità di una semplificazione cognitiva (“atrofia cognitiva”) che produce ingenuità, ottusità e perfino stupidità ?!

E poi… cui prodest? – a chi giova?

L’utilità sta nella stabilità – sociale, aziendale, organizzativa, familiare, emotiva…

Stabilità richiede limitati “gradi di libertà” e variabili, ossia pochissimi cambiamenti e creatività, e moltissima prevedibilità, pianificabilità, fedeltà, uniformità.

Chi è più stabile del cretino?!  Chi è più stabile di quelli che sanno già se una questione è vera o falsa, un comportamento giusto o sbagliato, una regola buona o cattiva, senza complicarsi l’esistenza sforzandosi di comprendere, di contesto in contesto, quanto le questioni, i comportamenti e le regole siano plausibili, realistici o irrealistici?

La complessità è il più grande nemico di cretini, ottusi e ingenui e il miglior amico di creativi, innovatori e delle persone “mentalmente aperte”, ossia dotate di un sano e completo sviluppo delle proprie categorie cognitive.

Chi è più stabile di quelli che… (vedi la Tabella Empirica delle Espressioni Tipiche e Troppo Ossessive in calce): “o con me o contro di me”, “non complicare sempre: dimmi o no!”, “io ho un obiettivo chiaro che non cambio!”, “io mi spezzo ma non mi piego!”, “io ho le mie idee e tu tieniti le tue!”…?!

Inoltre… cui prodest – a chi giova?

La stabilità giova agli sfruttatori – politici, managers, oligarchi, partners sentimentali o d’affari, padroni, santoni o predicatori che siano…

E gli sfruttatori beneficiano sommamente della stabilità quanto più la… stabilizzano.  Ecco l’importanza di morali, educazioni, ideologie, religioni, tradizioni per semplificare la vita, i pensieri e le strutture cognitive del Popolo.  Ecco l’importanza per gli sfruttatori di tutte le epoche nel creare, diffondere e inoculare memi (‘virus mentali’ che trasferiscono idee, credenze e Verità tra Menti diverse).

 

E le risposte alle tre domande poste prima in merito ai cretini..?  Già – eccole:

  1. I cretini sono tali un po’ dalla nascita (nature – genetica) e molto lo diventano (nurture – ambiente - neuroplasiticità);
  2. I cretini sono molto utili per la loro Stabilità che giova in primis agli sfruttatori, in misura minore agli stessi sfruttati (soprattutto con riconoscimenti alla loro dedizione, al loro senso del dovere, alla fedeltà). I cretini avversano accuratamente ogni forma di cambiamento, evitandone i possibili stress; di converso, la carenza di cambiamenti ingenera in loro ulteriori atrofie cognitive, rigidità, ottusità, stupidità…
  3. Personalmente, ho sofferto troppo i cretini e gli ottusi (molto meno gli ingenui); aiutarli però ad affrancarsi dalla “entropia cognitiva” per una maggiore salute loro, della Società e, soprattutto, mia richiede vie sghembe dove le parole non servono, la logica è controproducente, la relazione causa-effetto è invisibile…

Cosa rimane allora per aiutarli – se vogliono essere aiutati?!

Un breve richiamo di quanto anticipato nella I Puntata:

Al cretino mancano le categorie cognitive intermedie del plausibile (“forse vero, ma…”), del realistico (“difficilmente vero, ma neanche falso…”) e dell’irrealistico (“forse falso, ma…”).  In tal caso, siamo in presenza di persone manichee che ragionano esclusivamente sulla base di contrapposizioni Giusto-Sbagliato, Vero-Falso, Bianco-Nero - tipico dell'età puerile o al massimo adolescenziale.  Purtroppo, continua ad aumentare la diffusione di una cultura manichea, quindi puerile, con il combinato di più fattori, quali: le comunicazioni sui social ancora non compresi e un "collasso cognitivo" determinato dall'aumentare della Complessità non compresa e delle crisi economiche, finanziarie e sanitarie del primo ventennio del XXI secolo.

In tale epocale contesto che viviamo, qual è il “Piacere della Funzione” dei cretini, degli ottusi e degli ingenui (e non solo loro…) al quale essi siano estremamente sensibili e che possa innescare un processo di rigenerazione delle categorie cognitive atrofizzate, e invertire così quella epocale “entropia cognitiva” che colpisce soprattutto (ma non solo…) loro?

Prima ancora, però, occorre stanare i cretini e il loro ‘grado’ partendo dalla universale esigenza umana di Riconoscimento, di Reputazione, di Rispettabilità attraverso uno Scambio Comunicazionale;  occorre, quindi, adattare il proprio Dialogo al loro per poter cogliere e accogliere i semplici e pratici segnali, test e informazioni necessari per sfruttare al meglio il Cretinometro.

Col Cretinometro diventa più efficace definire il ‘grado” di stupidità, ottusità, ingenuità, ossia – in termini più fisici e poetici – la loro “dimensione spaziale e temporale”.  Forse anche per loro valgono i versi di Walt Whitman:

“Io non giudico uno più grande e uno più piccolo,
Quanto riempie il suo spazio e il suo tempo è alla pari col resto.”

Sì: il cretino può avere una propria Dignità e meritare, quindi, Rispetto – molto Rispetto.  La sua ( e non solo…) Dignità è commisurata a “quanto riempie il suo spazio e il suo tempo”. Il cretino, però, non può esserne consapevole – altrimenti sarebbe un saggio, e non un cretino: un evidente paradosso!

 

Forse riuscirò finalmente a trovare anche per il cretino il “suo spazio e il suo tempo” – grazie al Cretinometro…?!

 

Il viaggio continua,...

 

Ad maiora!

Nicola Antonucci

18 giugno 2010

 

Tabella di Empirica Espressioni Tipiche e Troppo Ossessive (TEETeTO)

Riporto qui le varie espressioni, parole e concetti che ho empiricamente riscontrato essere utilizzati in modo ossessivo da chi poi si comporta e ragiona sulla base di una o due categorie cognitive, anziché sulla base di tutto lo spettro cognitivo.

L’asimmetrico sviluppo delle categorie cognitive determina un utilizzo tanto maggiore di alcune espressioni, parole e concetti quanto più è ipertrofica una categoria rispetto ad altre, talvolta, atrofizzate.

Da una atrofia cognitiva deriva una atrofia dialogica che ne è evidenza e sintomo.

1 Parole e Concetti tipici e ossessivi di ciascuna categoria cognitiva

Vero               Plausibile                 Realistico                 Irrealistico                Falso

Si                    Forse                         Boh!                           Mah!                           No

Sempre          Spesso                      Se…allora…             Raramente                Mai

Tutto               Abbastanza               Dipende…                Difficile                      Niente

Ragione         Rispetto                     Ascolto                      Tolleranza                  Torto

Io                     Noi                             Altri                             Strani(eri)                  Tu

Merito             Collaborazione         Team                          Competizione           Colpa

Tutti                Molti                           Chi                             Pochi                         Nessuno

Tenacia          Entusiasmo               Partecipazione         Scetticismo               Ostinazione

Semplice       Articolato                   Complesso               Complicato               Semplice

 

2 Espressioni tipiche e ossessive da atrofia cognitiva, quindi dialogica, determinata da scarso sviluppo o atrofia delle categorie intermedie (plausibile, realistico, irrealistico).

Ne derivano espressioni manichee e integraliste con evidenti estremizzazioni e iper-banalizzazioni.

- mica muore nessuno, se…

- non è mica un delitto…

- ma quanto complichi le cose!

- tu non capisci!

- tu sei

- è così, si fa così!

- lo so io che ho studiato e letto!

- vuoi sempre avere ragione tu!

- non ci sono terze vie! (NB: quella giusta è la mia e quella sbagliata è la tua!)

- o con me o contro di me

- non complicare sempre: dimmi o no!

- io ho un obiettivo chiaro che non cambio!

- io mi spezzo ma non mi piego!

- io ho le mie idee e tu tieniti le tue!

 

3 Espressioni tipiche da sano e completo sviluppo cognitivo, quindi dialogico.

Sono le espressioni tipiche di una Cultura Creativa – i suoi “Piaceri della Funzione”:

  • i giochi di parole
  • gli ossimori
  • gli aforismi
  • le ironie anche paradossali fino all’estremo del nonsense.

 

 

 

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:

- Antonucci Nicola,  Etopìa – un’utopìa vicina,  Primaora, 2006

- Antonucci Nicola, ComplexLife: Donna, Uomo o Essere  Androgino, in www.ComplexLab.com

- Begley Sharon (prefazione di Daniel Goleman e del Dalai Lama), La tua mente può cambiare, Rizzoli, 2007

- Cathcart Thomas e Klein Daniel  Platone e l'ornitorinco. Le barzellette che spiegano la filosofia, Rizzoli, 2007

-  Cipolla Carlo M., Allegro ma non troppo ,  il Mulino, 1988

-  Dawkins Richard,  Il Gene Egoista, Mondatori, 1994

-  Galimberti Umberto,  Invito al pensiero di Heidegger, Mursia, 1989

- Mérő László, Calcoli Morali – teoria dei giochi, logica e fragilità umana, Edizioni Dedalo, 2000

- Nietzsche Friedrich,  Ecce Homo,  1888

- Nietzsche Friedrich, Il Crepuscolo degli Idoli, 1888

- Rossi Ernest L. ,  La Psicobiologia della guarigione psicofisica, Astrolabio, 1987

- Szymborska Wisława, Vista con granello di sabbia, Adelphi, 1998

- Watzlawick P., Beavin J.H., Jackson D.D., Pragmatica della Comunicazione Umana, Astrolabio, 1971

- Whitman Walt, Foglie d’Erba, 1855 (I edizione)

Nicola Antonucci

Nicola Antonucci

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  • Posizione: Founder
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