bollino ceralaccato

ComplexLife: Uomo, Donna o… Essere Androgino?

ComplexLife: Un Approccio Cognitivo ai Giochi Complessi nella vita di tutti i giorni. La serie ComplexLife, aperta ai contributi di tutti, si propone di affrontare aspetti pratici della quotidianità con gli ‘occhiali’ delle Scienze. In questo primo articolo, cercherò di chiarire la semplicità delle complesse relazioni tra Uomo e Donna, grazie alla Teoria del Gene/Meme Egoista, di Richard Dawkins.

 Nei modi più diversi siamo tutti simili – Laszlo Merò (matematico – Teoria dei Giochi)

La serie ComplexLife, aperta ai contributi di tutti, si propone di affrontare aspetti pratici della quotidianità con gli ‘occhiali’ delle Scienze.

Ciascuno detiene conoscenze specifiche, approfondite proprio per comprendere e, forse, migliorare un qualche aspetto della propria vita.   Condividiamole!   Raccontate le vostre acquisite consapevolezze scientifiche della nostra vita quotidiana!

Condividiamo una visione Bright della realtà: naturalistica e scevra da elementi sovrannaturali.

La convergenza di alcune discipline scientifiche moderne permette di semplificare la complessità, o l’apparente casualità, di fenomeni altrimenti incomprensibili.

In particolare, ComplexLife persegue un Approccio Cognitivo ai Giochi Complessi, che integra le conoscenze della Teoria della Complessità e del Caos, della Teoria dei Giochi e delle Scienze Cognitive.

 

In questo primo articolo, cercherò di chiarire la semplicità delle complesse relazioni tra Uomo e Donna, grazie alla  Teoria del Gene Egoista, di Richard Dawkins.

 

Uomo,  Donna o… Essere Androgino?

 

L’Essere Androgino: uno e… bino.

Il mito dell’Essere Androgino, raccontato da Platone nel “Simposio”, presenta l’originaria unione perfetta di Uomo e Donna nella forma di un essere sferico, unico e coerente.

L’Essere Androgino si trovò ad avere doti e capacità talmente eccezionali da destare la preoccupazione di Zeus, che lo scisse in due parti con uno dei suoi formidabili e infallibili fulmini!

Da allora, Donna e Uomo si cercano l’un l’altro spinti dalla inconsapevole memoria e nostalgia di tale stato di grazia.

2500 anni dopo…  possiamo capire tale mito e la sua profonda verità scientifica.   A donarci questa consapevolezza sono: la Teoria dei Giochi e la Biologia Evoluzionistica con la recente (1976) Teoria del Gene Egoista.

 

La Terza rivoluzione Copernicana.

La Teoria del Gene Egoista, presentata da Richard Dawkins nel suo rivoluzionario libro del 1976 (“Il gene egoista”), completa il processo di ‘detronizzazione’ dell’Essere Umano iniziato da Niccolò Copernico nel 1543.  Dapprima l’Essere Umano è stato rimosso dal centro dell’universo, essendo la Terra un pianeta come tanti altri che ruota intorno a una delle innumerevoli stelle presenti nell’universo!

Poi, con Charles Darwin (1859, “L’origine delle specie”), siamo stati equiparati a tutti gli altri Esseri Viventi, senza alcun privilegio divino o naturale nella durissima lotta per la sopravvivenza della specie.

Infine, il ‘colpo finale’ inferto da Richard Dawkins al nostro orgoglio: non siamo neanche al centro di… noi stessi!

Noi lottiamo certamente per la nostra sopravvivenza e quella della nostra specie, ma… non per il nostro beneficio.  La fondamentale domanda “Cui prodest?” – a chi giova tutto questo complesso processo evolutivo – trova una risposta paradossale e rivoluzionaria: soltanto ai geni!

Sono i geni che si replicano, si diffondono, esprimono una loro specifica “volontà di potenza” (ossia, perpetuarsi!), utilizzando gli esseri viventi come semplici mezzi!

Non siamo noi, né gli altri appartenenti al mondo vivente, a utilizzare i geni come mezzi per la nostra perpetuazione ed evoluzione, bensì avviene proprio il contrario!

I geni sono gli unici attori eterni e comuni a tutta la realtà vivente. Alcune decine di migliaia di protagonisti di una guerra senza frontiere per invadere e dominare il mondo, anche attraverso alleanze tra loro e mediante una incredibile varietà di forme viventi – strumenti e veicoli del loro percorso di diffusione e dominio.

Ne bastano appena 20.000 per determinare le infinite variazioni morfologiche e psicologiche dell’Essere Umano, i suoi 50 miliardi di neuroni, il concetto di Dio, la Teoria della Relatività Generale e i bellissimi versi "Mi'illumino d'immenso" di Ungaretti!

Avvilente, inquietante…?  Forse, ma contale consapevolezza scientifica ci spieghiamo molte cose, e ciò dovrebbe condurci a una maggiore serenità.

 

Vita alle idee!

Ma il genio di Dawkins non si è fermato qui.  Compresa la centralità dei geni per spiegare alcuni misteri residui dei processi evolutivi, Dawkins ha intuito che un fenomeno identico avviene anche per le idee e le credenze.

Idee e credenze nascono, si diffondono, scompaiono, dominano, si scontrano, cambiano e turbano le vite di persone, popoli, epoche storiche…  Insomma: le idee e le credenze sono assimilabili a ‘virus’, culturali o mentali in questo caso, che trasportano e inoculano nelle nostre menti  “unità di replicazione culturale” ( “memi”, come li ha denominati Dawkins), esattamente come i virus a noi già noti trasportano e inoculano nel nostro corpo “elementi di replicazione biochimica”.

Entrambi, i virus e i memi, sono pertanto capaci di cambiare l’assetto, la struttura e il funzionamento degli organi che invadono, per l’unico ed ‘egoistico’ scopo di rendere il ‘veicolo vivente’ più adatto a diffondere il virus o meme invasore.

Le idee e le credenze sono vive, e molto potenti (pertanto potenzialmente molto benefiche o pericolose – dipende!)

 

Una Sana Alleanza….

E gli Uomini e le Donne, che c’entrano con i “geni egoisti” e con i “memi”?  Essi, come i maschi e le femmine di tutte le forme viventi, sono l’esempio più evoluto di una profonda alleanza che la biologia evoluzionistica e la teoria dei giochi spiegano molto bene.  E con essa, si spiegano anche tante incomprensioni nei  rapporti Donna-Uomo.

L‘alleanza parte dai geni, ciascuno votato a diffondere se stesso – ‘egoisticamente’ – il più possibile, contrastato dalla diffusione di altri geni concorrenti.

Ogni gene, o gruppo di geni, ‘sogna’ di diffondersi in modo esclusivo, accedendo a tutte le risorse naturali disponibili.  E’ la sua naturale “volontà di potenza”.

Nel caso specifico del patrimonio genetico maschile e femminile, ciascuno di questi sogna un mondo addirittura omosessuale, dominato quindi da uno specifico assetto o struttura genetica.

Quella ‘coalizione’ di geni che dà forma alla natura femminile è in guerra perenne con la natura maschile, e viceversa.

Ma, come per tutte le vittorie, è spesso opportuno scegliersi i ‘concorrenti’ con i quali collaborare unendosi, per avere una maggior dotazione di funzionalità e prestazioni.  Nasce così la Co-opetition (Cooperation with Competition)!   Forme sempre più complesse di unione e alleanze tra geni ha creato esseri viventi sempre più variegati, prestanti e funzionali a diffondere i geni che li strutturano e programmano.

Per gli Esseri Umani, con un apparato cognitivo evoluto, lo stesso discorso si applica anche ai memi.  La trasmissione di idee e credenze (‘cultura’) è fondamentale per il potenziamento e l’evoluzione nella specie umana.  Quali idee e credenze, però, dipende dalle loro capacità ‘epidemiche’, dalla loro capacità di moltiplicarsi nel loro ambiente naturale: le menti umane.

Tornando ai geni, a un certo punto i meccanismi riproduttivi hanno scoperto una nuova modalità per perfezionare le potenzialità di diffusione e di adattamento a diversi e mutevoli ambienti: quella sessuata.

Diversamente da tante forme primordiali che replicavano se stessi con processi endogeni, o con apparati sessuali presenti nello stesso Essere (ermafroditi), la riproduzione sessuata produsse una maggiore mescolanza di geni, in quanto tra esseri distinti e soprattutto diversi.

La diversità degli esseri coinvolti nella riproduzione sessuata permette una maggiore combinazione di geni, una maggiore varietà di forme imprevedibili, un maggior tasso di errori di replicazione, e pertanto una maggiore fantasia e creatività per adattarsi meglio a diversi ambienti (ossia, per diffondersi in tutti i possibili ambienti, anche in mutazione!)

Tanti accoppiamenti erano totalmente sterili, mentre altri erano fecondi, ma con diversi gradi di efficacia evolutiva. L’efficacia consiste in una complessa valutazione di frequenza e quantità della riproduzione, insieme a innumerevoli fattori di funzionalità ambientale e competitiva.

Alcuni accoppiamenti erano pertanto ‘vincenti’, perché facilitavano ulteriori accoppiamenti tra gli stessi ‘alleati’. Alleati che originariamente non erano così simili come appaiono oggigiorno dopo centinaia di migliaia, se non milioni, di rimescolamenti genetici tra loro.

Quindi, anche gli Uomini e le Donne erano specie viventi distinte, in competizione tra loro fino alla loro Sana Alleanza.  Alleanza vincente, seppur ‘lasca’, come dimostra il criterio etologico ed evoluzionistico della “Sperm Competition”  in materia di scarsa fedeltà intrinseca della specie umana.

 

Il Gioco delle Coppie visto dalla Teoria dei Giochi

Ma perché questa necessità di alleanza?  E perché un’alleanza così complessa, difficile, con implicazioni emotive, sentimentali, passionali e persino irrazionali come quella tra Donna e Uomo?    Non era meglio un’alleanza tra esseri viventi più simili sotto tutti gli aspetti (emotivi, psicologici, cognitivi)?   Cui prodest?

La risposta è arrivata dai matematici della Teoria dei Giochi e soprattutto da John Nash, che nel 1945 ribaltò la visione dettata da 150 anni di laissez faire, rivedendo radicalmente i rapporti più efficaci tra competizione e collaborazione con una scoperta rivoluzionaria quanto paradossale: qualsiasi serie di comportamenti (‘strategia’) sarà vincente se e solo se la sequenza è determinata da:

a)      comportamenti quanto più diversi possibili (‘misti’)

b)      imprevedibilità del comportamento successivo, imprevedibilità che però dev’essere condizionato da determinate probabilità. L’ideale è quindi avere dei ‘dadi speciali’ per decidere passo passo quale dei diversi comportamenti attuare.

Siamo così arrivati a un altro caposaldo scientifico del XX secolo: le “Strategie Miste”.

In qualsiasi situazione di competizione e/o collaborazione (‘gioco’) i risultati migliori (‘ottimali’) si ottengono, anche tra più interlocutori (‘giocatori’) , soltanto con le Strategie Miste.  Qualsiasi Strategia Pura (serie di comportamenti predefiniti) otterrà sempre e solo risultati ‘sub-ottimali’.

Allora… per vincere dobbiamo cercare sempre il Diverso-da-noi!  Anzi, tanto più è diverso, magari persino incommensurabile a noi, tanto meglio!

Dove troviamo i ‘dadi speciali’ che abbiamo menzionato, per rendere ‘probabilistica’ anziché predeterminata la sequenza dei comportamenti diversi?

Ecco la vera forza evolutiva della specie umana: i dadi speciali sono dentro di noi, sono le nostre spesso disprezzate emotività, passionalità e irrazionalità!  Se poi questi fattori di imprevedibilità dei comportamenti li applichiamo a comportamenti così diversi, persino reciprocamente incomprensibili, come quelli maschili e femminili,… il gioco è fatto (meglio: vinto)!

Gli Esseri Umani dominano tutti gli ambienti proprio perché rappresentano la miglior realizzazione in natura di Strategie Vincenti, basata sull’alleanza tra Esseri diversissimi.  Meglio ancora: un’alleanza tra specie viventi diverse!   Proprio qui sta però la forza vincente di tale Strategia Mista realizzata dagli Esseri Umani.     Un'alleanza tra (ciò che oggi chiamiamo) Donne e Uomini.

Ed ecco chiarita anche l’immane potenza dell’Essere Androgino, temuto persino da Zeus:  una perfetta sintesi di due nature incommensurabili, una ideale e intrinseca Strategia Mista!

La 'Guerra dei Due Memi'

Sana e vincente alleanza, ma pur sempre tra Esseri diversi e persino incommensurabili!  E può quindi essere molto difficile capirsi tra specie viventi diverse e in competizione, seppur alleate.

La competizione 'primordiale', sempre presente nel nostro bagaglio genetico, si estende anche a livello memetico. I memi che caratterizzano Donna e Uomo si tollerano poco e, come  i geni, sognano di diffondersi ovunque e dominare tutto.  E' inevitabile quindi che la mentalità e i comportamenti dell'uno tollerino poco, o persino combattano, quelli dell'alleato.

La Cooperation with Competition (Co-opetition) convive quindi con una piccola  'guerriglia' quotidiana, per arginare le aspettative e presunzioni di superiorità del partner.   Ma anche ciò fa parte delle Strategie Miste che garantiscono una indeterminata sequenza di collaborazione e competizione, Amore e Odio (Catullo docet....)

In tale contesto l'amore litigioso può sublimare in litigio amoroso, quando gli scontri verbali diventano forme estreme di comunicazione comunque perseguiti pur di mantenere in vita un Dialogo altrimenti seppellito dal quiete silenzio.

Dialogo ed Eros

Il vero problema che rimane quindi alle Donne e agli Uomini, risolto perfettamente in modo endogeno dall'Essere Androgino, è che devono pur comunicare tra loro, ricondandoci che...  "non si può non comunicare"!

Quindi, ogni gesto, comportamento o parola comunica sempre qualcosa, e si confida spesso, errorneamente, che l'alleato intenda.  Ma non può, per la sua diversa natura e struttura cognitiva, ormonale e neurale comprendere sempre ed esattamente ciò che il primo dice (Uomo o Donna che sia).

Ciò è sano e naturale in una Strategia Mista vincente, purchè l'incomprensibilità non superi livelli elevati, o non diventi addirittura assoluta.

Il Dialogo è il vero 'vaccino' contro l'eccessiva incomprensibilità dell'incommensurabile alleato; un Dialogo sano e corretto,

  • con le sue regole e norme da rispettare;
  • fondato su un'Etica del Dialogo che è difficile da rispettare, ma non impossibile! Senza attendere una futura società utopica dove, forse, il Dialogo sarà diffuso e rispettato da tutti (Vedi mio romanzo: "Etopia- un'utopia vicina)

Tornando a Platone, nel "Simposio", abbiamo anche un'ulteriore via alla migliore unione con l'alleato. E' Diotima a insegnare ai personaggi del Simposio che a unire il mondo divino a quello umano, ossia il tramite e messaggero migliore tra mondi incommensurabili, è Eros.

Libero Arbitrio e Amore.

Che ne è del Libero Arbitrio in tutto ciò?

E l’Amore….?

Tranquilli – per quanto inquietanti siano tali scoperte, Libero Arbitrio e Amore continuano ad esistere, come un… quasi-nulla.

Un Quasi-nulla che è, però, Tutto per noi!

E da questo spiraglio scaturisce un Nuovo Libero Arbitrio, un Nuovo Amore, ossia quelli che nascono dalle ceneri delle loro forme precedenti, inconsapevoli e ‘istintive’, e arricchite di una consapevolezza scientifica che ce li rende più nostri.

Ora sappiamo bene quanto i geni e i memi ‘giocano’ con noi, come ci utilizzano per i loro fini e, soprattutto, perché certi comportamenti, altrui ma anche nostri, ci sembrano talvolta così irrazionali o incomprensibili.

Siamo un po’ (poco…) ‘Dio’ (dotati di Libero Arbitrio) e un po’ (tanto…) ‘Automi’.

Nella fase ‘Automa’ non riesco proprio a parlare di Libero Arbitrio, tanto meno di Amore.

Nella fase ‘Dio’, invece, possiamo esprimerli molto meglio di prima, perché ne siamo più consapevoli e abbiamo imparato a distinguere il nostro “Io” in tale fase dal nostro altro “Io” in fase Automa.

Impariamo così a distinguere le nostre Personalità Plurime, ciascuna determinata da specifici memi e geni attivi.

Possiamo finalmente ridurre l’inconsapevole (per noi…)  dominio dei geni e dei memi sul nostro corpo e sulla nostra mente, diventando paradossalmente ancora più Liberi; ancora più capaci di Amare il Prossimo per ciò che è veramente, perché impariamo a distinguere i tanti “Io” che si agitano (e competono…) negli Altri, come in noi stessi.

Se poi riusciamo a intravedere già il vero significato profondo della moderna ingegneria genetica, allora comprendiamo quanto l’acquisita consapevolezza scientifica della reale relazione tra noi, i nostri geni e i memi che si sono inoculati nella nostra mente, possa permetterci di ampliare consapevolmente gli spazi del nostro Libero Arbitrio e, soprattutto, della nostra capacità di Amare.

Liberamente.

Se vuoi, sei libero – Epitteto, I sec. d.C.

Nicola Antonucci

nicola.antonucci@complexlab.it

 

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Nicola Antonucci

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