Abbiamo letto il discorso del Governatore della Banca d'Italia al FOREX di Torino (pubblicato dal Corriere della Sera). Unanimi i commenti favorevoli, ma nessun contributo a tanta fatica e tanta passione. Forse una dichiarazione di impotenza sulla nostra capacità di modificare le sorti future del sistema in cui siamo immersi?
Vi siete mai chiesti perché stiamo perdendo la sfida dello sviluppo? Perché qualche Fato ancestrale si è risvegliato dal limbo dove l’aveva confinato la tecnologia e rivendica il suo potere sul mondo spargendo catartici guai? No! Il motivo è più semplice. Non ci siamo accorti che il teatrino delle marionette è diventato un televisore. E cerchiamo di aggiustarlo a martellate. Siamo noi il Fato che distrugge a martellate lo sviluppo ….
I periodi di crisi sono i più fecondi di innovazione. Basta avere il coraggio della ricerca “profonda”. Fondata su cambiamenti di paradigma. Obiettivo del presente articolo è quello di presentare i risultati di una ricerca che, partendo dalla metafora della complessità, ha progettato processi di cambiamento che abbiamo definito “autopoietici”. Essi, contrariamente a quelli attualmente utilizzati che sono ispirati alla vecchia visione “ingegneristica” del mondo, non generano alcuna...
Oggi, 22 settembre dell’anno 2008, è quello che si definisce l’ “Earth Overshot Day”. Cioè il giorno, almeno secondo il Global Footprint Network, in cui abbiamo consumato le risorse che si rinnovano (cibo, acqua etc.) in un anno. Da ora e fino alla fine dell’anno, consumiamo risorse che non si rinnovano. Come una famiglia che al 22 di settembre ha consumato i guadagni di un anno e nei rimanenti giorni si mangia il patrimonio.
Un investimento di otto miliardi di Euro deciso se non sulla base del nulla, sulla base di molto poco. Malgrado ciò: un investimento giustificato. Una preghiera, però: la prossima volta facciamo meglio, come abbiamo già fatto nel passato e come abbiamo bisogno per il futuro.
Quanto un leone muore, la savana gli sopravvive. Anzi, è la morte del vecchio leone che lascia spazio alla vitalità delle nuove generazioni. Ma, se muore tutta la savana, allora è tutta un’ecologia di animali e piante che scompare. Scompaiono giovani e vecchi leoni. Il futuro e il presente. In questi giorni sta diventando a tutti i cittadini del mondo tangibilmente evidente che esistono imprese “leone” ed imprese “savana”.
Stanno proprio sulla stessa pagina del Sole di oggi 12 Luglio 2008. Anzi sono incastonati l’uno nell’altro. Il primo articolo: primi segnali di frenata per l’industria indiana. Il secondo: In Giappone fiducia in forte calo.
Oggi, venerdì 4 luglio dell’anno del Signore 2008, la BCE ha alzato il tasso base europeo di un quarto di punto. Obiettivo: frenare l’inflazione. Bene ho provato, anche leggendo il Sole 24Ore, a censire i rincari generati direttamente da questo rialzo.
Ne abbiamo già parlato, ma “repetita juvant”. Soprattutto quando si denunciano assurdità, ma le stesse assurdità continuano a venir riproposte come valori.
Tutti i giornali (chi più che meno) rendono conto della terza edizione di “Eurobarometro – Tendenze e prospettive delle risorse umane in Europa”. Tutti ne indicano la correttezza delle analisi e delle proposte. Tutti esortano a condividere le analisi e a mettere in pratica le proposte. Tutti, però, temono che le esortazioni cadano nel nulla. Ecco vorrei proporre una tesi diversa.
In questi giorni sta riaccendendosi un dibattito che è quasi eterno: autogestione sì, autogestione no. Che pensare?
Oggi, 16 aprile 2008, Il Sole 24 ore pubblica, in prima pagina, un articolo di Nouriel Roubini dal titolo: “Le quattro lettere misteriose della recessione americana”. Come il lettore avrà capito dal titolo di questo mio contributo, l’articolo non mi è piaciuto. Ecco non solo quello: mi sono anche molto preoccupato. Ed ho deciso di scrivere e proporre.