bollino ceralaccato

Finanza sull’Orlo del Caos – II : l’Analisi Tecnica.

continua da precedente post: “Finanza sull’Orlo del Caos – I : l’Analisi Fondamentale

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Avendo ben compreso l’ingannevolesplendore delle verità basate su concezioni scientifiche ormai obsolete (ma dure a morire…), sono ripartito alla ricerca di efficaci  conoscenze e informazioni meno splendide, meno pubblicizzate e visibili, e quindi più sotterranee, trovandole nei grafici.

Incuriosito da iniziali bagliori emersi osservando alcuni grafici riportati su giornali economici, sono poi stato folgorato dalla bibbia di Robert Edwards e John Magee “Technical Analysis of Stock Trends” pubblicato nel 1958 e letto nel 1986.

Fascino e  mistero emergevano da ogni nuova figura di Testa&Spalla, di Doppio Top o Bottom, da Trendlines, da Flags, da Triangoli, da Resistenze e Supporti e da altre incredibili coincidenze (apparentemente)  non casuali.

Come facessero le quotazioni di un titolo, di un indice azionario, di una valuta a ricordarsi di un loro lontano parente di mesi o anni fa per reagire puntualmente (ed emotivamente…) appena lo rincontravano? Mah!

Tale memoria delle quotazioni in relazione a Resistenze & Supporti orizzontali, oblique(Trendlines) oppure ondivaghe (Medie Mobili) mi sembrava più un fenomeno mistico che scientifico.

Ho incominciato allora a battere il ferro caldo di questa emozionante scoperta leggendomi altre bibbie dell’Analisi Tecnica, che mi raccontavano di oscillatori e indicatori escogitati da menti fervide e insonni: “Technical Analysis of the Futures Market”, di John Murphy e “Technical Analysis Explained” di Martin Pring.  Soprattutto, mi abbonai alla mitica rivista americana “Stock & Commodities” che, mensilmente, mi insegnava ancora nuovi oscillatori e indicatori shakerati tra loro meglio di un cocktail.

“Relative Strenght Index”, “Stochastics K%D”, “Larry Williams %R”, “Onde di Elliott”, “Bande di Bollinger”,“Serie (Ritracciamenti) di Fibonacci”, “Fan di Gann” e altri strumenti divennero la miabussola, i miei nuovi nord, sud, est e ovest per orientarmi nella apparente casualità degli andamenti azionari.

Non pago di tale conoscenza esoterica, riservata a quei pochi che osavano leggere, studiare e applicare formule bizzarre, mi avventurai nel 1987, con degli amici, nello sviluppo di “ITA – Intelligent Technical Analysis”, un software il cui nome ti fa già intuire quanto fosse cieco il mio amore per l’Analisi Tecnica.   ITA, non solo calcolava e mostrava gli oscillatori, indicatori e medie mobili di maggior interesse, ma – udite udite… - era anche “intelligente”, ossia sapeva riconoscere tra tutti i titoli del listino milanese quelli che potenzialmente potevano formare figure d’inversione (Teste&Spalle, Doppi/Tripli Top o Bottom), ovvero potevano rompere Trendlines o Medie Mobili in corso.  Niente male, neh? (vivevo a Torino in quegli anni…).

La fondazione nel 1987 della Financial Computing di Antonucci & C. S.a.s. prospettava il sogno delGolem: un Robot Intelligente che mi arricchisce.

A istigare tale sogno fu l’evento epocale del sistema finanziario, il punto di svolta e di non-ritorno dell’economia e della finanza globale: il “Lunedì Nero” di Wall Street (19 ottobre 1987). Quel giorno emersero le novità della realtà moderna e del sistema finanziario in particolare:

  • La perdita del 22,6% dell’Indice Dow Jones Industrial Average (DJIA) in una singola seduta, secondo la teoria tradizionale del “random walk” (andamento casuale delle quotazioni), aveva una probabilità di verificarsi pari a 1 contro un numero di 50 cifre: è la stessa probabilità che si ha di fare sempre testa lanciando una moneta per 150 volte di fila!   Se poi lo correliamo al crack del 1929 e al successivo crollo dell’agosto 1998 (“scandalo Lewinsky”, possibile impeachment di Bill Clinton e Crisi Russa), il crollo del 1987 ha fatto gridare al “Cigno Nero”, ovvero all’assoluta eccezionalità che ha seppellito il modello casuale della finanza nato nel 1900 con L.Bachelier – punto a capo!
  • Fu tutta colpa umana…?  No: “l’impossibile crollo” del Lunedì Nero portò alla ribalta i protagonisti nascosti dei precedenti 5 anni di impressionante crescita dell’indice DJIA passato da quota 1000 a 2700: l’intelligenza artificiale, ossia i sistemi esperti decisionali.  Quel giorno verrà forse ricordato come l’inizio dell’ascesa al potere della Vita Artificiale?
  • Da lì a due anni sarebbe crollato anche il Muro di Berlino, e il sistema economico-finanziario mondiale subì un’ulteriore balzo della sua complessità, a seguito della rivoluzione tecnologica degli anni ’80 e della globalizzazione degli anni ’90, entrando così in quell’area denominata “Orlo del Caos”, le cui implicazioni saranno presto chiare.

Mi sembrò il segnale forte e chiaro sull’unico futuro possibile per gli investimenti finanziari: l’alleanza tra Esseri Umani e Intelligenza Artificiale, iniziando da umili Software (“SW”)  Esperti.

Il SW ITA venne potenziato con vari oscillatori (soprattutto l’RSI che adoravo), producendo segnalazioni di inversioni di titoli molto efficaci e proficui.

Cogliendo sempre meglio le inversioni dei trend, perlomeno di medio periodo (3-6 mesi), avevo iniziato a investire e gestire anche capitali di terzi con la mia impresa individuale Antonucci Brokers fondata a Torino nel 1989.  E così, più funzionavano le cavalcate dei trend e delle loro inversioni, più investitori mi affidavano capitali da investire ai tempi della casta degli Agenti di Cambio, ossia quando ancora non esistevano le SIM (Società d’Investimento Mobiliare).

Ma… rieccolo l’eterno “ma” insieme a un nuovo Cigno Nero: nell’estate del 1990 Saddam Hussein aveva pensato bene di farsi fregare dagli (ex) amici americani, che lo avevano supportato nella guerra contro l’Iran, invadendo il Kuwait considerato un legittimo premio per i servigi resi al neonato Impero Americano, e con tanto di assenso dell’imperatore Bush I.   The Day After, invece, gli USA (con il resto del mondo) si sdegnarono di questa “arroganza di un piccolo e volgare dittatore” del quale negavano quasi la conoscenza, e trovarono la scusa buona per invadere l’Iraq e, soprattutto, per piazzare definitivamente nell’area strategica del Golfo Persico le loro corazzate e basi militari.

Che c’entra tutto ciò?  E’ proprio ciò che avrei voluto capire ai tempi, quando ho visto crollare prima il castello di titoli che avevo approntato per il prossimo assalto a nuovi territori positivi del MIB30, poi persino l’Agente di Cambio depositario dei capitali miei e dei miei clienti – altrochè Cigno Nero:sfiga nera!

Non capivo cosa c’entrasse questa bega tra Iraq e Usa, sulla pelle del Kuwait, con tutti gli oscillatori, indicatori, figure d’inversione e trendlines che gridavano “Compra!”.  In quella estate del 1990, a fronte di numerose e solide indicazioni dai criteri dell’Analisi Tecnica testati da anni, soprattutto col mio software ITA, avevo infatti investito tutto il patrimonio e persino con una leva del 50% (il massimo consentitomi dall’Agente di Cambio) – bel botto, neh…?

Perché i criteri analitici, che mi avevano supportato bene, ora mi tradivano così, conducendomi in una trappola, in una imboscata?

Io, come tutti gli analisti tecnici, ragionavo con modelli lineari, nei quali 2 + 2 fa sempre 4, come di fatto è, ma solo nei sistemi lineari, a bassa complessità, e in contesti molto limitati. Cosa succede invece se la complessità del sistema cresce (come avveniva da anni, soprattutto dopo il biennio ’87-’89), e arriva persino sull’Orlo  del Caos?

Non lo sapevo ancora, ma avevo iniziato a leggere qualcosa sul Caos applicato ai sistemi elettronici.

Capii molte cose – un po’ tardi, ma si sa: meglio tardi che mai!

 

 

Meditate gente, meditate…

Georges Gurdjieff, 1872 -1949,  scrittore e mistico armeno.

“Una certa leggenda orientale narra di un mago ricchissimo che possedeva numerose greggi. Quel mago era molto avaro. Egli non voleva servirsi di pastori, e neppure voleva recintare i luoghi dove le sue pecore pascolavano. Naturalmente esse si smarrivano nella foresta, cadevano nei burroni, si perdevano, ma soprattutto fuggivano, perché sapevano che il mago voleva la loro carne e la loro pelle. E a loro questo non piaceva.  Infine il mago trovò un rimedio: ipnotizzò le sue pecore e cominciò a suggerire loro che erano immortali e che l’essere scuoiate non poteva fare loro alcun male, che tale trattamento, al contrario, era persino piacevole. Poi aggiunse che egli era un buon pastore, che amava talmente il suo gregge da essere disposto a qualsiasi sacrificio nei loro riguardi. Infine suggerì loro che se doveva capitare qualcosa, non poteva in ogni caso capitare in quel momento e nemmeno in quel giorno, e non avevano quindi di che preoccuparsi. Dopo di che il mago introdusse nella testa delle pecore l’idea che esse non erano affatto pecore; ad alcune disse che erano leoni, ad altre che erano aquile, ad altre ancora che erano uomini o che erano maghi. Ciò fatto, le pecore non gli procurarono più né noie né fastidi. Esse non lo fuggivano più, ma attendevano serenamente l’istante il cui il mago avrebbe preso la loro carne e la loro pelle.”

 

Limiti e Effetti Collaterali dell’Analisi Tecnica:

·        le “self-fulfilling prophecies” – le profezie che si auto-avverano – sono alla base del funzionamento, del successo e dell’esito fatale dell’Analisi Tecnica: quanti più operatori seguono e si affidano agli stessi criteri (Teste&Spalle, Trendlines, RSI, Medie Mobili, Stochastics, Onde di Elliott, Ritracciamenti di Fibonacci o altro), tanto più l’andamento delle quotazioni sarà influenzato da tali stessi criteri. Un superamento minimo, per esempio, di una neckline (livello tecnico decisivo di una Testa&Spalla), che prevede un trend fino a un certo target, scatenerà numerosi operatori che, con ritardi crescenti, interverranno rafforzando e confermando la validità di tale “previsione”.

·        i criteri (Resistenze&Supporti, Trendlines, Oscillatori e Indicatori vari) più utilizzati dagli analisti tecnici sono però ben noti a chi può pilotare masse di operatori ligi alle soglie tecniche e aisacri ma ingannevoli “stop loss” e “stop order”, ossia le soglie d’intervento, rispettivamente, per impedire ulteriori perdite e per  prendere posizioni long (in acquisto) o short (vendite allo scoperto) su un titolo. Questi Manovratori delle quotazioni sanno molto bene quando intervenire su soglie tecniche manipolabili per tendere dannose trappole, spingendo sia il titolo oltre tali soglie, sia intere greggi di investitori tecnici alla… tosatura.

·        l’Analisi Tecnica funziona, e deve funzionare, per attrarre greggi crescenti di analisti tecnici sempre più fedeli ai suoi proficui criteri finché… qualcuno deciderà che è il momento opportuno per tosare tale gregge entusiasta.

·        la variegata produzione di oscillatori e indicatori tecnici, moltiplicata per le loro possibili combinazioni, dimostra che nessuno di essi è adatto a fenomeni complessi, se non in limitati periodi (passati) e in limitati contesti (quelli testati). Inducono persino un “effetto catatonia” (paralisi decisionale difronte a troppi possibili strumenti) ed un “effetto droga” (l’ossessiva ricerca di oscillatori, o loro combinazioni, che funzionino almeno un po’…)

·        è inevitabile quindi un circolo virtuoso o vizioso, a seconda dei casi, in cui “ci si incoraggia a vicenda”, generando però anche pericolose “self-fulfilling prophecies” che creano l’Effetto Gregge visto prima.

·        più fisicamente, i limiti degli strumenti dell’Analisi Tecnica sono ascrivibili a due considerazioni:

o       tutti gli indicatori sono definiti senza considerare l’Energia del sistema (massa monetaria) e le sue variazioni deducibili dall’andamento e dalle discontinuità dei volumi. I vari strumenti tecnici sono pertanto indistinguibili gli uni dagli altri in termini di validità, di efficacia, di merito.  L’Analisi Tecnica è troppo democratica, poiché non è meritocratica.

o       da questa produzione (notevole…) di segnali tecnici indifferenziati, è inevitabile statisticamente che qualche segnale (da una trendline, per esempio) dia valide conferme, illuminando di meriti impropri anche tante altre trendlines che di valido hanno ben poco.

 

Cui Prodest? - A chi giova  l’Analisi Tecnica?

Giova soltanto a chi ha mezzi economici e massmediatici sufficienti per spingere le quotazioni oltre le soglie tecniche, ossia ai Manovratori  (alias, i miei poco cari&simpatici “Anti-Robin Hood”).

Bibliografia essenziale:

Technical Analysis of Stock Trends - di  Robert Edwards e John Magee, IX edizione 2008.

Macroeconomics of Self-fulfilling Prophecies – di Roger Farmer, 1999, The MIT Press.

 

IMPORTANTE: Per chi volesse ad approfondire i molteplici aspetti della Complessità applicata alla Finanza e delle sue ripercussioni sulle visioni tradizionali della Finanza (“Random Walk”, Analisi Fondamentale, Analisi Tecnica, ecc…), ecco il link al mio Corso online  “La Teoria del Caos applicata ai mercati finanziari”:

http://www.pfacademy.it/corso.php?idcateg=19&idS=1&idSS=1&idFa=28&idCo=82

 

Ad maiora!

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Nicola Antonucci

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