INDICE DEGLI ARGOMENTI
I VANTAGGI DI AFFIDARSI A UN ESPERTO PER LA VALORIZZAZIONE DI COMPETENZE AZIENDALI
VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE: GLI STRUMENTI PER ILLUMINARE I TALENTI NASCOSTI
KNOWLEDGE MANAGEMENT: DA SVILUPPARE ALL’INTERNO ANZICHE’ ESTERNALIZZARE
I VANTAGGI DI AFFIDARSI A UN ESPERTO PER LA VALORIZZAZIONE DI COMPETENZE AZIENDALI
Se, a ragione, si sostiene che la gestione del Personale sia sempre più il fattore chiave del successo di un’ impresa, di primo acchito potrebbe sembrare poco ragionevole affidare a terzi la valutazione delle competenze aziendali.
Troppo in fretta cambiano le professionalità di volta in volta necessarie e l’impresa non è in grado, tempestivamente ed efficacemente, di sviluppare al suo interno tutte le competenze rese indispensabili dal perseguimento dei propri obiettivi di business. Questo è vero non solo per professionalità marginali o standard, ma anche, e forse soprattutto, per le figure chiave, quelle strettamente necessarie allo sviluppo di nuovi progetti di business, specie in un contesto di crisi.
Da qui la tendenza, sempre più conclamata, a cedere in outsourcing tutto il “cedibile”, ragionando in termini di just in time anche per quanto riguarda le persone: quelle giuste, quando servono.
Attenzione però, perché spesso le aziende hanno al loro interno un capitale di competenze o persino talenti “sprecati” (ovvero, nascosti) che è prioritario far emergere prima di ricercare nuove risorse all’esterno.
Chi può aiutare l’azienda in un compito così delicato? Professionisti specializzati in knowledge management, con un approccio etnografico allo studio delle organizzazioni, si trovano a rispondere quotidianamente alle esigenze di un numero sempre maggiore di aziende.
VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE: GLI “STRUMENTI” PER ILLUMINARE I TALENTI NASCOSTI
La valutazione delle competenze in azienda è un lavoro che richiede tempo e skills sempre aggiornati, con un occhio da antropologo e/o etnografo delle organizzazioni, allo scopo di fare una mappatura delle competenze aziendali, laddove note, ovvero di scoprirne di “nascoste” .
Gli “strumenti” da utilizzare, pertanto, sono di natura culturale e metodologica, nel saper individuare:
- le connessioni e le relazioni all’interno dell’azienda;
- le comunità di competenza e/o di pratica.
Quest’aspetto è imprescindibile in una strategia tesa a far emergere capitale umano già presente in azienda, prima (o anziché) rivolgersi all’esterno. Sono “strumenti” pertanto rari e non facilmente disponibili, in ragione della sinergia richiesta di più discipline:
- gestione del personale;
- psicologia;
- antropologia ed etnografia;
- filosofia;
- informatica (per supportare le precedenti competenze in contesti di aziende con elevata popolazione lavorativa).
Ciò che si cerca, dunque, è una figura professionale poliedrica e di lunga e vasta esperienza, che sappia coniugare questi aspetti in modo efficace.
KNOWLEDGE MANAGEMENT: DA SVILUPPARE ALL’INTERNO ANZICHE’ ESTERNALIZZARE
Knowledge management: come va gestita la conoscenza all’interno delle aziende? Soprattutto in contesti di crisi, segnati dalla necessità di avviare progetti di sviluppo business in carenza di risorse, si pone un dilemma talvolta molto critico: cercare le competenze “mancanti” all’esterno, o – paradossalmente – riscoprirle all’interno? Ciò presuppone una realtà in cui numerose Persone con competenze, e persino talenti, sono “ignorate” all’interno delle loro stesse aziende. Pertanto, il problema dell’avvio di progetti di sviluppo business, più che dovuto alla carenza di risorse, è legato all’ignoranza o alla mancata valorizzazione delle competenze aziendali.
Da qui, il tema dell’esternalizzazione (outsourcing) si gioca su due livelli:
- cercare di ridurre al minimo l’esternalizzazione di competenze operative necessarie al proprio core business;
- cercare all’esterno una figura professionale poliedrica e di lunga e vasta esperienza con le caratteristiche sopra dettagliate.
Il principio etico che illumina questo approccio è: “non sprecare!”, nella duplice valenza di non sprecare mezzi e risultati aziendali, ma soprattutto di non sprecare motivazione e partecipazione umane da parte di Collaboratori frustrati in ragione di loro competenze e talenti non riconosciuti.
Soprattutto in aziende complesse e/o numerose, tale gestione più evoluta dell’emerging knowledge management può essere efficacemente supportata, anche, da una cultura e metodologie informatiche che permettano una mappatura e una persistenza mnemonica di questa etnografia delle organizzazioni.