bollino ceralaccato

Biforcazione

[Latino medievale: bifurcre, bifurct-, dal Latino bifurcus,  bi-, due; + furca, fork.]

La teoria della biforcazione è nata come disciplina matematica intorno agli anni ‘70 nell’ambito delle cosiddette teorie non lineari.

Questa teoria svolge oggi un ruolo fondamentale nella definizione del nuovo paradigma della scienza, lo studio completo dei modelli matematici complessi delle scienze e dell’ingegneria. Dietro questo paradigma, la teoria della biforcazione ha consentito la spiegazione di molti ‘paradossi’, imponendo un altro significato al concetto di soluzione di un problema e di una equazione, obbligando scienziati, ingegneri, sperimentalisti a definire con precisione il modello e a risolverlo in modo globale.

Il concetto essenziale insito nelle "biforcazioni", che discrimina la fisica classica (deterministica, laplaciana) dalla fisica moderna della complessità e del caos, è quello di imprevedibilità: i sistemi complessi, anche quando ben descritti con equazioni note, prevedono in determinati momenti della loro evoluzione due opzioni, entrambe possibili ma assolutamente imprevedibili, sia per la struttura stessa del fenomeno (sistemi complessi), sia perché sensibili alle condizioni iniziali (sistemi caotici).

Le biforcazioni sono momenti o situazioni da cui possono scaturire due possibili scenari, senza alcuna possibilità di prevedere quale opzione verrà determinata dalle impercettibili variazioni delle condizioni iniziali. Le biforcazioni sbocciano in corrispondenza degli attrattori.

×