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VIDEO - Cooperazione internazionale: Pietro Accame e l’utilità della cooperazione decentrata

ComplexLab intervista Pietro Accame sul tema della cooperazione internazionale. Focus: come creare ricchezza nei Paesi in via di sviluppo

 

In un periodo di Crisi, segnato da un'ondata migratoria senza precedenti, la Cooperazione internazionale - volta al sostegno e allo sviluppo economico delle Comunità locali nelle aree più povere del mondo - si rivela un asset imprescindibile, da valorizzare e potenziare.
Lo testimonia la ricca e significativa esperienza fatta in qualità di Presidente e Legale Rappresentante del Fondo Provinciale Milanese per la Cooperazione Internazionale (ruolo ricoperto dal 1 gennaio 2010 al 31 dicembre 2014). 

Intervista realizzata da Angela Chirico, Responsabile Redazione, Marketing & Comunicazione di ComplexLab.

 

Indice degli argomenti

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE: GENERARE RICCHEZZA NEL TEMPO

LAVORARE NELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE: L’APPROCCIO MANAGERIALE

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE: UNA RISPOSTA AI FLUSSI MIGRATORI

COME LE NUOVE TECNOLOGIE POSSONO FACILITARE LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

 

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE: GENERARE RICCHEZZA NEL TEMPO

Lavorare nell’ambito della cooperazione internazionale non significa fare assistenza, ma essere in grado di mettere in piedi un sistema virtuoso che generi “un arricchimento di carattere sociale culturale ed economico progressivo nel tempo”. Ne è convinto Pietro Accame, direttore della Fondazione Stelline e, dal al 1 gennaio 2010 al 31 dicembre 2014, Presidente e Legale Rappresentante del Fondo Provinciale Milanese per la Cooperazione Internazionale Associazione per le Politiche Sociali.

LAVORARE NELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE: L’APPROCCIO MANAGERIALE

Per fare cooperazione internazionale oggi serve un approccio manageriale, sostiene Pietro Accame che racconta:

Quando sono diventato Presidente del Fondo Provinciale Milanese per la Cooperazione Internazionale ho cercato di fare qualcosa di concreto: consentire che le ingenti risorse economiche ricevute grazie all’aggiudicazione di bandi europei venissero dirottate a politiche capaci di generare ricchezza, economia, interscambio. Tutte cose che fanno crescere le comunità locali, poiché quando c’è crescita economica di conseguenza c’è maggiore benessere, maggiore istruzione, una migliore politica di difesa dei più deboli e una migliore politica sanitaria”.

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE: UNA RISPOSTA AI FLUSSI MIGRATORI

Oggi ci troviamo di fronte a un'ondata migratoria senza precedenti: ciò significa che le persone sono costrette ad abbandonare i propri Paesi d’origine, poiché non ricevono politiche di supporto efficaci sul loro territorio.

La cooperazione internazionale, ma una cooperazione decentrata, ovvero quella che coinvolge enti e comunità locali, con piccoli progetti diffusi su tutto il territorio, può invece generare ricchezza concreta facendo diminuire così nel tempo l’imponenza dei flussi migratori.

COME LE NUOVE TECNOLOGIE POSSONO FACILITARE LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

“Non si creda che i Paesi in via di sviluppo abbiano competenze tecnologiche inferiori rispetto a quelle dei paesi occidentali. Esistono fenomeni diffusi di accesso alle tecnologie, tuttavia spesso e volentieri però queste tecnologie vengono gestite dalle classi elitarie escludendo così la popolazione che vive soprattutto nelle aree rurali dove l’accesso alle tecnologie è precluso.

L’accesso alle tecnologie ha favorito di molto la capacità di comunicazione, ma anche la capacità di interscambio e quindi si lavora con una connessione continua e sicuramente in modo molto più propositivo.

Questa la chiosa di Pietro Accame, che ritiene dunque le nuove  tecnologie funzionali alla cooperazione internazionale.

 

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