bollino ceralaccato

La crisi finanziaria prossima ventura 2

Da un lato, Affari e Finanza ricorda che alla crisi dei mutui si sta aggiungendo quella delle carte di credito, soprattutto delle carte revolving. Dall’altro, CorrierEconomia, con una intervista a Marcello Messori, ricorda che all’origine della crisi vi è il fenomeno della cartolarizzazione selvaggia. Come rimediare?

 

Perché 2? Perché ho già scritto un articolo su “la prossima crisi finanziaria”.

 

Oggi (3 dicembre 2007), però, leggendo “Affari e Finanza” e “CorrierEconomia” non posso che riprendere il tema è aggiungere un paio di altre considerazioni. Poiché il rischio si sta aggravando e le soluzioni vengono solo pallidamente individuate, ma senza una proposta precisa sul come metterle in pratica.

 

Infatti, da un lato, Affari e Finanza ricorda (non è una notizia fresca perché lo sanno e lo sapevano tutti) che alla crisi dei mutui si sta aggiungendo quella delle carte di credito, soprattutto quella delle carte revolving. E’ certamente una crisi altrettanto (se non di più) estesa, ma è certamente più grave perché i mutui sono garantiti in qualche modo dalla “sottostante” casa. Mentre le carte di credito, no!

 

Dall’altro, CorrierEconomia, con una intervista a Marcello Messori, ricorda che all’origine della crisi vi è il fenomeno della cartolarizzazione selvaggia. Cioè una cartolarizzazione fatta “ex ante” e non “ex post”, come prudenza vorrebbe. Detto diversamente, le istituzioni finanziarie hanno allentato i controlli sulla affidabilità dei potenziali debitori, perché tanto poi si cartolarizzano i crediti e si distribuiscono sul mercato.

 

La proposta su come rimediare? Messori dice che le banche devono riprendere la buona abitudine di imparare a valutare il potenziale debitore. Ecco è certamente una proposta, ma  generica e, forse, anche fuorviante. Messori fa come se le istituzioni finanziarie sapessero valutare il potenziale debitore, ma non volessero, furbescamente, farlo. Io credo che, invece, non sappiano farlo. E di più. Anche se accettassero di non sapere e cercassero di imparare, non troverebbero chi potrebbe loro insegnare perché è lo stesso stato dell’arte delle conoscenze  strategico-finanziarie che non è in grado di fornire modelli e strumenti per questa valutazione.

 

Se questa è la situazione cosa è necessario fare? Un grande sforzo di ricerca e sviluppo per trovare modelli e strumenti per riuscire a valutare la capacità di produrre reddito nel futuro degli attori che producono valore per antonomasia: le imprese, industriali o di altro tipo che siano. Noi abbiamo fatto una prima proposta di una metodologia di valutazione e di strumenti per renderla operativa. Ma occorre ben altro occorre che questa nostra proposta venga approfondita e sperimentata.

 

Sono quasi certo che questo lavoro di ricerca e sperimentazione inizierà. Ma, come paventato nell’articolo precedente, solo in realtà periferiche e sarà rifiutato a priori dalle grandi istituzioni finanziarie. Il che vuol dire che sarà un successo per noi che l’abbiamo proposto, ma non riuscirà appieno a sviluppare tutte le sue potenzialità di ripensamento vero e profondo del nostro sistema economico. Quando avrà prodotto risultati di successo, poi, questi risultati verranno diffusamente adottata, ma sarà troppo tardi per evitare quella crisi il cui prossimo capitolo, dopo mutui e carte di credito, almeno in Italia, sarà quella dei crediti a breve ed a lungo alle imprese.

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Francesco Zanotti

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