Come ogni giovedì, il Sole 24 Ore allega al quotidiano l’inserto “Nova”. In questo numero si parla diffusamente della creatività. Leggendo altrettanto diffusamente, si scopre che si intende sempre una creatività individuale, del designer, del giovane di talento che inventa il nuovo prodotto di consumo. Si arriva al massimo alla creatività nella ricerca tecnologica. Si citano anche tentativi di “teoria” della creatività, come la teoria delle tre “T” (Talento, Tolleranza, Tecnologia); il contributo di Bonomi, il sociologo dei territori, che appunto, aggiunge un’altra “T”, quella di Territorio e il contributo di Cristina Tagliabue che riflette sull’equazione: giovani uguale creatività.
Ma si rimane sempre e solo si rimane a livello individuale. Ecco, io credo che oggi sia necessario attivare un nuovo livello di creatività: la creatività sociale. Cosa intendo? Innanzitutto intendo che i “campi” dove è necessario immaginare cose nuove sono sostanzialmente sistemi sociali. Faccio degli esempi, giusto alcuni, inevitabilmente alla rinfusa perché praticamente ogni “pezzo” di società necessita di creatività sociale . E’ necessario immaginare un nuovo modo di fare banca che non sia imitazione del fare banca anglosassone che ha come riferimento l’individuo e l’impresa come monadi nella società. Un nuovo modo di fare banca che abbia come riferimento i territori e si proponga come attore attivo nello sviluppo dei nostri territori. E’ necessario immaginare non nuovi prodotti gadget, ma un nuovo senso del consumo e del benessere. E’ necessario immaginare nuove filiere alimentari, come è necessario immaginare un nuovo stato sociale, nuove istituzioni nazionali ed internazionali.
Per creatività sociale intendo non solo che essa ha come oggetto il sociale, ma anche che si compie socialmente. Noi che curiamo questo Portale di CSR, proporremo una serie di proposte di innovazione sociale, ma saranno solo provocazioni. Dopo di esse sarà necessario un contributo diffuso perché la innovazione sociale non può essere delegata allo sterile gioco delle parti tra intellettuali e politici. Tutti i contributi dovranno essere portati a sintesi e solo allora nascerà una proposta non solo realmente innovativa, ma anche socialmente significativa. Sarà questo un modo per praticare la nostra collettiva, di persone, imprese, istituzioni, responsabilità sociale.