bollino ceralaccato

Dalle Balle alle Bolle: La Finanza sull’Orlo del Caos

un nuovo estratto dal libro “Dalle Balle alle Bolle: La Finanza sull’Orlo del Caos – Come cavalcare la complessità dei mercati finanziari”.

LINK ALLA RECENSIONE DEL LIBRO (scaricabile gratuitamente) 

Capitolo:  Matrix – Essere o non essere…

II Tappa.  Dalle balle alle bolle: i Memi.

Com’è possibile che monsieur Trichet avesse continuato ad alzare i tassi di sconto fino al 4,4%, spingendo così i tassi Libor (London Interbank Offered Rate) fino al 5,40% nel settembre del 2008, mentre l’economia europea rallentava già dall’inizio del 2007?

Com’è possibile che legioni di economisti, docenti universitari e giornalisti finanziari fossero tutti concordi nell’intravedere il rischio di una pericolosa  inflazione, rischio che incoraggiava Trichet a spingere su i tassi, che a loro volta gonfiavano i tassi interbancari (Libor o Euribor) su cui si basavano le rate dei mutui di milioni di cittadini, nelle cui menti cresceva ulteriormente la paura inflazionistica che economisti, docenti e giornalisti registravano…?

Un bel circolo vizioso, vero?

A partire però dal 16 settembre 2008 – “The Day After” del fallimento Lehman Brothers – …oppps! l’inflazione non c’è più, e la paura della sua comparsa è clamorosamente svanita dagli incubi di Trichet, di economisti, di politici e di giornalisti competenti, con conseguente immediata cadutaverticale dei tassi di sconto e dei tassi interbancari. Nessuno parlò più di inflazione, e qualcuno iniziò persino a credere al rischio opposto, paventato da pochissimi: il rischio di una deflazione.

What’s “deflazione”…?  Sembrava un termine eradicato (come il vaiolo!).

La deflazione è un riequilibrio necessario e terapeutico quando la massa dei beni e dei servizi eccede la massa monetaria disponibile all’acquisto.  E’ inevitabile allora che il valore dei beni e servizi si riduca per armonizzarsi con il valore monetario disponibile per comprarli.

Ancora una volta ti pongo la domanda: “Ma… tutti folli, ingenui o cretini?”  No di certo.

Erano soltanto (quasi) tutti vittime dell’unica causa di tutte le bolle passate e future: le balle!

Non ti preoccupare: tutti i termini tecnico-scientifici, come promesso nel “Patto con te”, vengono sempre spiegati in modo semplice e pratico.

Con “balle” intendo qualsiasi informazione capace di distorcere la nostra “Algebra di Valori”, ossia il nostro sistema incorporato di calcolo e valutazione di valori disomogenei.  A scuola ci insegnano a non sommare le mele con le pere, non essendo addendi omogenei. Ma nella vita, e nella finanza soprattutto, noi utilizziamo sempre una algebra di numerosi valori molto disomogenei.  Valori maisoltanto monetari, bensì anche d’orgoglio, di sfida, di tempo, di stress, di immagine, di sogni di gloria…

Esempi illustri di algebre distorte ci arrivano dall’opera lirica, dalla teoria dei giochi, dalla economia sperimentale e dalla… epidemiologia.

Le balle nella Teoria dei Giochi.

Un divertente esempio di distorsione dell’Algebra di Valori arriva dalla Teoria dei Giochi, con un esperimento ideato da Martin Shubik nel 1971, che potrai replicare con i tuoi amici: l’Asta del Dollaro.

Nel 1971 e negli USA, Shubik effettuava l’asta con una banconota da 1US$, ma oggigiorno ti consiglio di provarla con una banconota da 10€.

Propongo al pubblico (almeno una decina di persone) di acquistare una banconota da 10€ con un’asta al rialzo, partendo dal prezzo base di 1€ - sciocco, vero? In realtà, si inserisce nell’asta unaregola speciale per renderla utile come esperimento di psicologia comportamentale, ossia aderente alla realtà operativa quotidiana: tutte le offerte che non si aggiudicano la mia banconota da 10€perdono qualcosa.

In dettaglio: chi offre di più, per esempio 5€, vince la mia banconota con un guadagno del 100% (vuoi già giocare, vero…?!). Il secondo miglior offerente, per esempio con 4€, non vincendo la banconota, perde la metà di quanto offerto, ossia 2€.  Il terzo miglior offerente, per esempio con 3€, perde invece un terzo di quanto offerto, ossia 1€.  E così via…

Semplice, vero?  Nonché sciocco.  Perché perdere i miei 10€ per pochi Euro che i partecipanti offriranno…?!  Perché, come succedeva a quel genio di Shubik, ogni volta… guadagno!  Incredibile?  Il risultato tipico è che chi vince – termine improprio in questo caso… - si aggiudica i miei 10€ per un valore superiore, per esempio 11€ o persino 15€!  Al limite, ho registrato alcuni casi nei quali il vincitore s’è aggiudicato la banconota di 10€ per… 10€.  I perdenti, con offerte fino a 9€, devono versarmi la metà dell’offerta (il secondo piazzato), un terzo dell’offerta (il terzo piazzato), e così via.  Insomma: aggiudico i miei 10€ tipicamente per un totale di 20€!

Provare per crederci –  sempre! Non credere aprioristicamente a nulla di ciò che ti dico, “falsifica” sempre tutto con le tue esperienze, please

Le situazioni che si verificano hanno talvolta dell’incredibile, con risvolti aggressivi e rancorosi tra alcuni partecipanti.

Cosa succede a queste malcapitate vittime di un banditore di banconota, che si rivela presto unbandito-re?

Ecco un esempio pratico realizzato con una asta di ben 50€ in un simpatico filmato da me realizzato per Pirelli RE Agency al link:

http://www.teletrading.tv/finanza_scientifica/0400_asta_banconota.html

 

Le balle nell’Economia Sperimentale

A dimostrare che le balle (bullshit per gli americani…) sono sia intorno a noi sia in noi, ci ha pensato il premio Nobel 2002 Daniel Kahneman (1934) insieme ad altri, attraverso numerosi esperimenti di Economia Sperimentale, ossia un modello di comportamenti economici basato su osservazioni empiriche della realtà effettuate sul campo, e non su astrazioni elaborate sulla carta.

Come mi ricordava il mio professore di elettronica al Politecnico di Torino: “sulla carta, nessuno ha mai preso la scossa!” – un faro per tutta la mia vita!

L’economia sperimentale è, infatti, una nuova disciplina che si avvale dei contributi dell’intelligenza artificiale, della psicologia cognitiva, della teoria dei giochi. Il suo scopo è quello di trovare fondamenti più realistici alle deduzioni che si fanno sul comportamento economico umano, smantellando in primis il secolare idolo del decisore (e investitore) razionale – che si dimostra spesso ben poco razionale…

Con “economia sperimentale” intendo anche includere l’economia cognitiva e comportamentale, pur con le loro sottili differenze.

Esperimenti pionieristici sono stati condotti in questo ambito soprattutto da Daniel Kahneman, Amos Tversky   Herbert Simon, Vernon Smith, e dimostrano i limiti della teoria economica classica basata sul presupposto della razionalità delle scelte e degli investimenti (quindi, della “utilità attesa”).

Tali limiti sono dovuti proprio all’incapacità dei soggetti nel compiere scelte ottimali in modo cosciente, persino quando (rarissimamente!) tutte le informazioni necessarie fossero disponibili.

Inoltre, tutti noi Esseri Umani non abbiamo un sistema di preferenze coerente, arrivando a prendere successive decisioni addirittura incoerenti tra loro, a causa:

1.      dell’ordine in cui vengono posti i termini della scelta (violazione del “principio di invarianza”):  a parità di guadagno o perdita – in parte certa e in parte probabilistica – la scelta cambia a seconda dell’enfasi posta sulle perdite oppure sui guadagni. L’avversione alle perdita è dovuta all’endowment effect (il fatto di possedere qualcosa lo rende più prezioso di quando non lo si possiede);

2.      del contesto (“effetto cornice” – “framing effect”): soffriamo di una “dipendenza da incorniciamento”, e il modo in cui ci comportiamo dipende da come i problemi decisionali sono statiincorniciati. I mass media e specifici poteri politici, sociali, finanziari lo sanno applicare molto bene…

  1. delle innate (e ingenue) considerazioni probabilistiche:  il ragionamento probabilistico degli individui non corrisponde alle regole della teoria delle probabilità. Basta pensare all’aspettativa di una maggiore probabilità di uscita di numeri non estratti da molto tempo;
  2. della estrema disomogeneità dei valori (tempo, orgoglio, invidia, convinzioni, stress, rischio, ecc…) che la nostra incorporata Algebra di Valori deve continuamente valutare ed elaborare;
  3. degli inconsapevoli condizionamenti dall’ambiente (culturale, sociale, massmediatico, ecc….).

Gli esperimenti hanno sempre più investito anche i nostri neuroni con la moderna neuroeconomicsattraverso l’uso di tecniche di neuroimaging, per vedere come si comportano i nostri circuiti neurali sollecitati da specifiche decisioni.

I nostri limiti cognitivi, che gli esperimenti hanno dimostrato, conducono a innumerevoli fenomeni di imitazione, di comportamenti da gregge (herding), di circoli viziosi nel “pensare che l’altro pensa che io penso che…” e ad altre spiacevoli distorsioni cognitive.

Per le lobby finanziarie che conoscono bene questi processi e limiti decisionali, diventa quindi semplice e facile creare bolle finanziarie attraverso balle scientemente congegnate e diffuse. Soltanto chi, tra noi investitori, conosce questi processi e limiti decisionali può riconoscerli, evitarli e vaccinarsi.

Deve però studiare – molto.

Per esempio…

Un fenomeno ben noto a traders, investitori e a chiunque deve attuare decisioni complesse è stato studiato da Peter Senge (1947, autore de “La Quinta Disciplina – l’arte e la pratica delle Learning Organizations” del 1990) che ci ha raccontato la “Sindrome della Rana Bollita”, per la quale, a fronte di variazioni molto graduali della temperatura dell’acqua, una rana non reagisce poiché non si accorge di tali variazioni troppo lente (ci si abitua…).  Per poi ritrovarsi… bollita!

Se sei un trader, non ti ricorda forse quelle esasperanti minime variazioni delle quotazioni che rimandano la decisione alla… prossima minima variazione?!

Non ti ricorda forse quegli stati di ottundimento e di stanchezza mentale indotti dal tuo monitor, dopo aver monopolizzato la tua concentrazione per ore?

Non ti ricorda infine quella inerzia psicologica indotta da un trend che sembra dover durare molto, che vorremmo durasse molto, che ci abituiamo a pensare che durerà ancora un po’… anche quando, invece, ha iniziato a invertire il suo corso difronte alla nostra totale diffidenza e incapacità ad accettarlo?

Come vedi, la “Sindrome della Rana Bollita”… non riguarda solo le rane!

L’Investitore Razionale, quindi, beniamino e dogma dell’Economia Classica da Adam Smith (1723 – 1790) in poi, s’è rivelato un falso idolo che di razionale ha ben poco, soprattutto quando lui e tanti altri Investitori Razionali, reciprocamente,… s’infettano.

Le balle nell’Epidemiologia

Ho definito prima le “balle” come agenti distorcenti la nostra Algebra di Valori, con esempi e conseguenze come quelle appena descritte, o che saprai meglio descrivere dalla tua esperienza di investitore o trader.  Ma come nascono, come si diffondo e perché certe balle hanno più successo di altre fino alla loro canonizzazione come “Verità”, mentre alcune rimangono semplici “cazzate”?

E‘ la stessa domanda che si pongono gli epidemiologi quando studiano la diffusione dei virus biologici.

Nel 1976, Richard Dawkins (1941, etologo, biologo e genio) scrisse “Il gene egoista”, spodestando l’Essere Umano dal centro di se stesso con la sua “terza rivoluzione copernicana”, dopo i precedenti spodestamenti dal centro dell’universo (con Niccolò Copernico, 1473 – 1543) e dal centro del mondo animale (con Charles Darwin, 1809 – 1882).  Dawkins capì che, a sopravvivere a ciascuno di noi, alle nostre famiglie, alle nostre etnie, alla nostra specie di homo sapiens e, addirittura, a tutte le specie animali, c’è l’unico vero protagonista della vita: il gene.

Un gene, però, talmente “egoista” da essere totalmente incurante di noi, se non in qualità di veicoliper la sua moltiplicazione, trasmissione ad altri e diffusione nel mondo vivente.

Ciascun gene (quello del colore bruno dei miei capelli, o quello del carattere dolce di una tua amica, o quello dello sviluppo della corteccia orbito-frontale responsabile dei nostri comportamenti sociali ed etici) è in competizione con altri geni per diffondersi maggiormente, e garantirsi così una veraeternità.  Una competizione che spesso si trasforma in collaborazione – meglio: in coopetition, una cooperation nella competition -  con la benedizione della Teoria dei Giochi che dimostra l’esito vincente di alcune simili strategie (“strategie miste”).

Dopo questo choc, Dawkins non s’è fermato lì, e ci ha choccati definitivamente parlando di “memi”, ossia di “unità di replicazione culturale” che, analogamente ai geni, replicano, trasmettono e diffondono funzioni e caratteristiche culturali anziché biologiche.  Poco chiaro?  Allora, lasciami usare l’analogia di un “virus mentale” -  seppur impropria, la considero molto efficace per trasmetterti il concetto rilevante.

Un virus biologico, come ormai abbiamo imparato ad accettare grazie alla supposta follia dello scienziato russo Dmitrij Iosifovič Ivanovskij che per primo li descrisse al mondo (nel 1892), trasporta informazione biochimica (aminoacidi, proteine, geni) che, inoculandosi nel nostro corpo, ne modifica qualche funzionalità.

Un virus mentale, come non abbiamo ancora imparato ad accettare, dopo la supposta follia di Richard Dawkins che per primo li descrisse al mondo  nel 1976, trasporta informazione cognitiva(credenze, idee) che, inoculandosi nel nostro cervello, ne modifica qualche funzionalità.

Attraverso parole, immagini e comportamenti, i memi passano dal tuo cervello a quello di qualche tuo conoscente, e da qui, se tale meme ha attecchito bene (ossia, l’idea o la credenza è piaciuta al suo cervello), si diffonderà ulteriormente ad altri.

I memi, quindi, col loro bagaglio di idee e credenze, possono diffondersi esponenzialmente o meno, a seconda di fattori ambientali di natura mentale: la cultura, le aspettative, le paure, i piaceri, le tradizioni e i valori di un popolo, in un dato territorio e in una data epoca.

Tra i valori universali c’è indubbiamente l’esigenza di certezze, soprattutto relative al Futuro reso prevedibile – il Grande Sogno dell’Umanità.

Un meme, quando trasporta la credenza della “certezza del futuro guadagno”, riesce a debellare, nei cervelli di intere popolazioni, persino la saggia consapevolezza che “del diman non v’è certezza”.  La sua diffusione è inarrestabile ed epidemica.

Risultato: l’Algebra di Valori di migliaia (nel XVII secolo in Olanda), o di milioni (con la Bolla del 1929 e con la Bolla Internet del 2000), o di miliardi (con l’ultima Bolla Immobiliare e Finanziaria, la “Crisi Globale al cubo”) di persone viene irrimediabilmente distorta con la conseguente riduzione della capacità critica di soppesare benefici e rischi: nessun rischio, quando lo splendore di una verità rende tutto ovvio e certo.

Nessuna follia, ingenuità o stupidità quindi di queste popolazioni (di noi tutti, io e te compresi…), bensì umane debolezze e malattie, e disumane volontà di potenza: la volontà dei memi di diffondersiutilizzandoci anche a nostro discapito. Anche i memi (così come i geni) sono “egoisti”: assolutamente indifferenti al destino finale di noi Esseri Umani, i loro utili taxi.

Quale vaccino contro questi nuovi, eppure eterni, virus mentali?

Anzitutto, il miglior vaccino è conoscere - scientificamente!

Secondariamente, la migliore conoscenza è sapere come evitarli.

Infine, sapere come evitarli comporta sforzi, difficoltà, ostacoli spesso insormontabili nell’affrancarci dalla nostra “bulimia informativa”: il bisogno ossessivo e compulsivo di notiziari e informazioni sempre più tempestivi e frequenti.

Una massa di informazioni che il nostro cervello non è adatto a gestire, e che richiede competenze sempre più specialistiche per poter essere vagliate, criticate, comprese.

La nostra Algebra di Valori va doppiamente in frantumi: sia per la massa soverchiante di dati spesso inconciliabili, sia per i tanti e variegati memi distorcenti (alias balle) che sempre più facilmente Qualcuno ci inocula.

Siamo sempre più in balia di…

Lo scopriremo insieme in prossimi POST e/o nel mio Libro “Dalla Balle alle Bolle: La Finanza sull’Orlo del Caos”.

 

Ad maiora!
Nicola Antonucci 


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