La conoscenza non è un processo di elaborazione di dati immediato, in quanto percepire e vedere sono attività che dipendono dalle abitudini culturali; vi sono una molteplicità di linguaggi e di sistemi simbolici ognuno dei quali atto a descrivere una delle verità del mondo, ne deriva che il fatto è tale solo in relazione alla categoria concettuale propria di una determinata cultura umana, ogni disciplina scientifica è un modo di lettura dell' evento.
Vi è di fatto una sostanziale relativizzazione della lettura del mondo quale insieme di eventi causali, in un perenne contrasto tra ragione epistemica, deduttiva, e ragione metica, inventiva, propria di un pensiero critico su se stesso.
Questo contrasto tra realismo e relativismo culturale permette di avere coscienza delle relazioni che intercorrono tra l'ambiente naturale che circonda l'uomo e ne condziona la sua lettura della realtà.
Vi sono due livelli del sapere uno relativo al corpo del sapere scientifico settoriale l'altro al pensiero riflessivo su se stesso, agli elementi politici, sociali, ideologici, religiosi che portano alla costruzione e legittimazione dello stesso, i due nell'insieme delineano l'immagine del sapere ( Elkana ).
Si ha quello che Khun definisce gli incommensurabili "paradigmi" del sapere, dove ogni teoria scientifica ha una propria lettura e quindi significato dei termini.
Ogni teoria non è quindi che una esclusiva lettura degli eventi del mondo, un proprio significato dell'esperienza ( Goodmann ), ma il mondo può esistere in tanti modi quante sono le nostre possibilità di descriverlo.
I concetti centrali di una teoria del sapere sono il risultato del quadro culturale e del suo consenso sociale, circostanze che vengono a cambiare nello spazio e nel tempo. Si crea una gerarchia delle fonti del sapere in cui le prime sono quelle più generali comuni a tutta la società e pertanto di maggiore durata, a cui seguono le altre fino a giungere a quelle condivise solo da pochi membri di comunità ben specifiche e di durata più limitata, tuttavia nessuna area cognitiva è costituita da una sola fonte ma bensì da un collegamento fra varie fonti.
Nella cultura occidentale ogni categoria conoscitiva è un sistema di regole e pratiche relativamente autonomo mentre nei restanti pensieri vi sono forti intrecci fra le varie sfere, questo permette di sottoporre ad analisi sistematica i singoli eventi dando ordine e sistematicità fino ad ottenere regole di ripetibilità degli eventi stessi osservati; tuttavia la spersonalizzazione dei fatti non più calata nell' esperienza quotidiana del senso comune non elimina il bisogno dell'analisi della complessità e dei signifcati nascosti derivanti da questa, l'effetto tunnel non può eliminare la necessità di ricostruire le sfumature.
Come si pone il "senso comune" rispetto alla scienza organizzata? Non può negarsi ad esso la tipologia di conoscenza organzzata anche se essenzialmente pratica del quotidiano, tuttavia meno organizzata degli altri settori e rientrante nella sfera del pensiero esile, non metodico e facilmente accessibile a differenza della scienza accademica fornita di "descrizione dense" proprie di un pensiero forte.
La conoscienza scientifica non è assolutamente unica nelle regole e nella struttura logica ma poliedrica nei metodi della scoperta, questo ancor più in scienze umanistiche quale quella giuridica in cui intervengono fattori sociologici e psicologici che annullando la tradizionale distinzione tra obiettività e relazionismo creano un continuum tra esperienza e speculazione.
Il sistema giuridico fa parte di quegli elementi che costituiscono l'identità di un gruppo, ossia la percezione che un gruppo ha di se stesso quale sistema di conoscienze e di valori all'interno di una generale visione del mondo.
Questo spiega l'assoluto dei vari modelli che le diverse culture formano e perchè mai il valore della verità di ciascun costrutto possa risultare relativo, ma indica anche la necessità della ricerca della conoscenza del sistema di idee e valori che stanno alla base della specifica terminologia usata e del suo persistere nella prassi del gruppo.
Ogni sistema culturale ha modelli ideali a cui riferirsi al quale tuttavia corrisponde un modello "medio" o "normale" di comportamenti individuali più o meno approssimato al modello ideale, di cui l'aspetto linguistico ne costituisce una categorizzazione della realtà fisica e sociale oltre che un modello delle forme di comportamento.
Si che una comunità linguistica può definirsi come un universo costituito da varie reti linguistiche differenziate tra loro per natura e ampiezza.